Amelia, fra ricordi e presente: “Livorno, con il Siena vale una stagione. Il calore del Picchi per trasformarsi”
Da Roma a Livorno, dalle emozioni dello Scudetto del 2001 – vissuto dalla panchina come terzo portiere – alle battaglie della Serie C. Dalla bolgia dell’Olimpico all’Armando Picchi per una storia d’amore lunga sei anni. Anche di più, perché Marco Amelia adesso non gioca con la maglia amaranto sulle spalle, ma di partite non se ne perde una: “Guardo sempre il Livorno, perché sono legato al club e alla città – racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com – conosco molti giocatori. È un ambiente che mi ha dato molto e che amo”. Un legame fortissimo, tanto da fondare la Tre&23, una scuola calcio che lanci i giovani nel grande calcio, proprio come Livorno ha fatto con lui.
Tanto da sognare un giorno di tornare come allenatore: “Anche se poteva già accadere- ammette – se Sottil non avesse ritirato le dimissioni chissà cosa sarebbe successo. Io mi sarei sentito pronto. Sarebbe stata la mia prima esperienza ma poco importa. Non mi avrebbe spaventato, perché lì mi sento a casa“. In fin dei conti c’è un conto in sospeso da saldare. Lui che con quella maglia ha conquistato promozioni e un posto in Europa, lui che ha pure segnato un gol ma che – nell’estate del 2008 – saluta dopo una retrocessione inaspettata: “La delusione più grande della mia carriera – svela – un campionato iniziato male ma che eravamo riusciti a raddrizzare. Poi arrivò una sola vittoria nelle ultime 15 partite. Era l’estate dell’Europeo, ma la mia testa pensava ad altro”. Troppo forte il senso di colpa nei confronti di un popolo dalla grande passione, che adesso però si ritrova lontanissimo dai grandi palcoscenici. Dall’Europa alla Serie C, dalla festa qualificazione post Auxerre al big match di stasera con il Siena : “Una partita che vale tanto, praticamente una stagione – continua Amelia – qualsiasi risultato può spostare gli equilibri mentali. È uno spartiacque”. Il derby vero da quelle parti è con il Pisa, ma: “Anche con i bianconeri è molto sentita. Sono sempre state gare belle da giocare e da vincere, anche grazie all’ottimo comportamento della gente”.
Una sola vittoria nel 2018, un vantaggio di dieci punti dalla seconda totalmente dilapidato. La sconfitta di Piacenza e l’esonero di Sottil: “Insomma, il Livorno sta buttando via quanto di buono aveva fatto precedentemente. La sosta non ha fatto bene alla squadra. Sono venute meno le prestazioni, eccezione fatta per la partita di Gorgonzola contro la Giana Erminio. La sensazione è che manchi serenità all’ambiente. C’è paura, perché il campionato era in mano mentre adesso sei secondo anche se con una partita in meno”. La squadra più forte che si sgretola domenica dopo domenica. Una fortuna, tornare in campo subito. Una certezza: “Il calore del Picchi – afferma con convinzione Amelia – Il Livorno parte sempre avvantaggiato in partite del genere, perché si trasforma grazie ad uno stadio che sa fare la differenza”. E chissà se sulla solita poltrona ci sarà anche il Presidente Aldo Spinelli: “Uno dei pochi imprenditori italiani che può fare calcio per passione e disponibilità economica”. Vent’anni vissuti tutti di un fiato. Tante le gioie, molti i dolori. Numerosi gli sfoghi e le tentazioni di vendere la società. Ma è ancora lì, alla guida di un club che vorrebbe riportare laddove merita: “Il mio rapporto con lui è ancora ottimo – racconta Amelia – Gli ultimi due anni sono stati una brutta botta per lui. Sia per i soldi che ci ha rimesso sia per le critiche ricevute, che di certo l’hanno fatto soffrire. Ma di Spinelli ce ne sono pochi in giro e Livorno dovrebbe tenerselo stretto”. Proprio come ha fatto con Amelia, che ne ha difeso la porta dagli attacchi avversari con il cuore e i guantoni. Magari un giorno ci tornerà, con la giacca, la cravatta e i tanti consigli tattici imparati dai suoi allenatori. Magari un giorno sarà di nuovo Serie A, ma tutto passa da stasera, dal big match del Picchi, dal derby contro il Siena. Che vinca la migliore, la B la sta aspettando.