Dai provini alla Lucchese al primo gol in A: chi è Amad Traoré, il 2002 dei record
L’Atalanta ne ha sfornato un altro: ha 17 anni, si chiama Amad Diallo Traoré. E a fare il suo primo gol in A ci ha messo meno di 5 minuti. Parte da destra, la tocca tre volte e calcia. Risultato: è il primo 2002 a segnare in Serie A. Mica male.
Amad è di Abidjan, in Costa d’Avorio. Costa d’Avorio-Marocco, Marocco-Bologna: sono i due aerei che gli cambiano la vita. Arriva a Parma molto piccolo e fa quello che faceva in Africa: gioca a calcio. Fino a quattro anni fa nella squadra di Barco, una frazione di Bibbiano (Reggio Emilia). Oggi al Gewiss Stadium, con l’Atalanta. Il merito? Sopratutto suo. Ma anche di chi lo ha scoperto, Giovanni Galli. O meglio, non proprio lui. “Un amico con il quale ho fatto alcuni viaggi umanitari mi parlò di questi due fratelli che vivevano con lui. Mi disse che erano bravi, li portai due giorni alla Lucchese. Dopo il primo allenamento gli dissi che quei due, lì, non ci facevano niente, erano superiori”. E infatti… uno all’Empoli e l’altro all’Atalanta.
Già perché Amad ha un fratello più grande: Hamed, un altro che ha bruciato le tappe. Anche lui esordì fra i pro a 17 anni, con l’Empoli, ma in Serie B. In Serie A “solo” a 18 anni e 6 mesi. Da quest’anno è al Sassuolo, che lo ha acquistato in sinergia con la Juve. Chi è più forte dei due? Difficile dirlo. Impossibile secondo Amad: “Non so, siamo giocatori completamente diversi… lui fa il centrocampista, io l’esterno”. Ruoli diversi, idoli diversi. Quelli di Hamed si chiamano Ronaldinho e Iniesta. Amad invece guarda Messi, anche se “prima della partita non ho guardato nessun video”. Come a dire, tutta farina del suo sacco.
In campo, in effetti, è a suo agio: testa alta, palla incollata al piede e un mancino letale. Davanti alle telecamere meno, comprensibilmente. Accenna un sorriso, ha gli occhi di chi ha appena debuttato in Serie A, e ha pure fatto gol. La voce di un ragazzino. “Durante la partita pregavo e pregavo di entrare. Mi sono detto, ho scelto di fare questo lavoro, perché dovrei avere paura?”. Il suo motto del resto è “fear of nobody” – paura di nessuno – anche sui social. Lui che i social li usa, ma senza esagerare. In netta controtendenza rispetto ai suoi coetanei: altro fattore che lo rende diverso da tutti gli altri. Pochi social, tanto calcio.
La mentalità è quella giusta, i piedi pure. Premesse già così interessanti, alimentate anche dai numeri. In nerazzurro fa il fenomeno da più o meno tre anni. E quest’anno, soprattutto, l’ha iniziato benino: 4 gol e 5 assist in 8 partite in Primavera. Non in partite qualsiasi, tra l’altro: Juve, Lazio e Manchester City, per dirne alcune. Gasperini lo osservava da un po’ e per la prima convocazione in A ha scelto la partita giusta, come al solito. Il resto, poi, lo ha fatto Amad. Qualità, personalità e un futuro da prendersi.
A cura di Lorenzo Del Papa
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