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E’ il gran giorno di Porto-Juventus: solidità e fantasia, alla scoperta dei Dragoes

«Non avevo ansie particolari oggi perché so che questa Juve può giocarsela con chiunque: a questo livello non esistono però partite semplici.» Parola, anzi tweet, datato 12 dicembre, di Massimiliano Allegri. Non lo sarà, una partita semplice, Porto-Juventus. Chiedere alla Roma. Eppure insieme alle giuste dosi di cautela e rispetto per la squadra di Nuno Espirito Santo, in casa bianconera c’è certamente il sollievo per aver evitato Bayern, Real, City e Psg. Appuntamento al do Dragao questa sera, ritorno allo Stadium il 14 marzo.

PIACERE, PORTO – Ma che squadra è il Porto? Come accennato, purtroppo è quella che ha relegato la Roma in Europa League dopo i preliminari di Champions e che poi è arrivata seconda alle spalle del Leicester nel gruppo G, segnando 9 gol (ma di cui 5 soltanto nell’ultima partita proprio contro Ranieri) e subendone 3. Una squadra quadrata ed equilibrata, “figlia” del suo allenatore, dal nome aulico ma dai dettami sostanziosi. Età media di 26 anni, i Dragões sono attualmente secondi in campionato a -1 dal Benfica; il loro miglior marcatore è Andre Silva (13 reti in stagione), punta classe ’95: in Portogallo si augurano possa diventare quella costante in attacco che è sempre mancata. A fianco di Silva gioca spesso Diogo Jota, seconda punta e secondo miglior marcatore della squadra con sei gol. Da quelle parti invece “fantasia” fa rima con Yacine Brahimi. In difesa a chiudere il lucchetto c’è la coppia composta da Felipe e Marcano (nomen omen…), poi l’ex “italiano” Telles e uno che di presentazioni, quella sera, non ne avrà bisogno…

GIGI E IKER – Si guarderanno nel tunnel degli spogliatoi poco prima di scendere in campo, un abbraccio per esprimersi la stima inscalfibile. No, non sarà la prima volta per loro, Gigi Buffon e Iker Casillas, leggende una contro l’altra ancora in uno scontro ad eliminazione diretta in Champions League. Fuori da quel tunnel però, questa sera, non apparirà il Bernabeu, perché Iker Casillas quel posto dove è diventato una leggenda lo ha lasciato per ricominciare. A Oporto, al Dragao. Ma con ancora la Juventus nel destino. Quella Juve che lo ha sempre eliminato nei tre precedenti: semifinale 2003, ottavi 2005, semifinale 2015.

INCROCI – E la storia tra Porto e Juve, invece? Quella recente parla la lingua del calciomercato, con l’affare Alex Sandro nell’estate 2015. 22 milioni più bonus: ben spesi, col senno di poi. Perché il terzino brasiliano è diventato uno dei punti fermi della difesa (e non solo…) bianconera. Sul campo invece, due incroci: quello nella fase a gironi della Champions League 2001/02: 0-0 in Portogallo, 3-1 a Torino e con entrambe le squadre qualificate poi alla fase successiva; l’altro, più prestigioso e dolce, il 16 maggio 1984. Finale di Coppa delle Coppe a Basilea, Juventus vincente per 2-1 con gol di Vignola e Boniek.