In tuffo con Gomis, il migliore della Ligue 1: “Qui tutto è più leggero. Altro che razzismo”
Tuffarsi. Verbo che un portiere conosce meglio di altri. Gesto istintivo e necessario per parare un tiro, reazione d’istinto su una deviazione. Maledette deviazioni. O benedette, perché possono farti essere protagonista. La linea sottile tra il miracolo e la brutta figura, il filo su cui cammina il guardiano della porta.
“Fosse per me mi tufferei sempre. Anche con il bungee jumping o col paracadute con la Go Pro in testa. Magari lo potessi fare sempre”, sorride Alfred Gomis dal ritiro del Senegal in esclusiva per gianlucadimarzio.com. Da lì ricomincia la corsa della sua nazionale verso una Coppa d’Africa persa in finale contro l’Algeria. Per un tiro deviato. “Un peccato, ma abbiamo fatto un percorso straordinario. Un’immagine? No, sto già pensando al post da fare quando vinceremo nel 2021”.
Convinzione e orgoglio. Da una vita Alfred si prepara a traiettorie che cambiano. E quest’estate, dopo quella sconfitta dolorosa, ha dovuto tuffarsi su una parabola imprevista. Contratto fino al 2022 con la Spal, titolare per un campionato e mezzo ma l’improvvisa consapevolezza di essere diventato la seconda scelta. Mesi di panchine e la voglia di una nuova sfida. Guanto lanciato in Ligue 1, a Digione, capoluogo di Borgogna. Firma fino al 2023 e un nuovo campionato.
I risultati gli hanno dato subito ragione: miglior portiere del torneo sia per l’Equipe, sia per France Football. La sua squadra lotta per non retrocedere. Terzultimo posto, rendimento deficitario in attacco – solo 7 gol in 13 partite – ma da quando c’è lui (debutto alla quinta giornata) ha chiuso la porta.
Nove gare giocate, quattro clean sheet e una serie di prodezze. Ogni settimana, nella “top arrets” (le parate migliori), c'è un posto per Gomis. Rete inviolata contro Lione e Marsiglia e trionfo contro il PSG. Una notte da ricordare. “Li abbiamo affrontati senza paura. Ci davano tutti per spacciati, ma siamo un gruppo forte. E giovane. Mi fa strano essere quasi un anziano…”.
Vecchio Alfred suona male. Ha 26 anni e la voglia di buttarsi sempre più in alto. “Voglio che Digione sia il mio trampolino di lancio. Qui si lavora meno sulla tecnica di base e più sull’efficacia. E sull’impegno mentale”. Finché ci si allena, perché fuori le cose cambiano. “Quando giochiamo in casa, non facciamo il ritiro prepartita. In realtà non lo facevamo neanche per le trasferte. Poi una volta, a causa del maltempo, abbiamo rischiato di fare tardi e ora partiamo la sera prima. Ma è tutto più leggero”.
GOMIS: “HO SCELTO IL SENEGAL PER MIO PADRE, MA MI SENTO ITALIANO"
E fuori dallo Stade Gaston Gerard c’è la Borgogna, terra di senape “piccante e irreale” e di vini pazzeschi. Gioie che Alfred si può concedere a piccole dosi. “Assaggio e apprezzo. La città mi ricorda Ferrara. Io sto spesso a casa e vado al bowling con i miei compagni. Poi ogni tanto mi godo anche un go kart, ma lì sono scarso”.
Super Alfred Kart. Difficile immaginare un ragazzone di 196 centimetri in una minuscola monoposto. “Infatti vado piano”. Solo in quello però. In tutto il resto, il portiere cresciuto a Cuneo va di fretta. E nella battaglia al razzismo è in pole position. “Ha fatto bene Balotelli a reagire in quel modo. Anch’io a volte in passato – su certi campi – ho avuto la tentazione di rinviare il pallone verso gli spalti. Da portiere senti tutto, sei sempre lì sotto. Non è facile restare calmi. In Italia la situazione è peggiorata. In Francia non ho sentito mai nessuno fare versi strani. E’ un Paese multiculturale e il controllo sociale avviene già in curva. Da un lato parlarne rischia di dare forza a quei quattro scemi, ma non si può essere sempre indifferenti”.
Gomis non lo è mai stato. A Ferrara aveva un’associazione impegnata nel sociale. “Continuo a seguire i ragazzi di Umanità anche da qui. Abbiamo una chat in cui parliamo sempre di iniziative sul territorio”.
Essere un esempio. Com’è stato suo padre per lui, com’è Sadio Mané per il suo popolo. “Un ragazzo semplice capace di essere leader senza alzare mai la voce. Gli basta avere la palla tra i piedi”.
Sadio, eroe di Liverpool e leader di una selezione che negli ultimi 4 anni ha fatto passi da gigante. Anche grazie al suo portiere. Come tutti i Gomis. “Anche il piccolo David, il quartogenito, ha scelto i guanti, dopo qualche titubanza. Lys si sta riprendendo dall’infortunio avuto col Teramo e Maurice invece ora si allena con la Spal”. La vecchia squadra di Alfred. “Saluto tutti i ragazzi e la società che ha creduto tanto in me”. Qualcuno magari lo ha fatto un po’ meno “ma è un capitolo chiuso”. Tra poche ore c’è da difendere la porta del Senegal contro il Congo. Prima tappa verso la coppa d’Africa 2021. Poi si torna a Digione. Per confermarsi il miglior portiere del campionato e per una salvezza da conquistare a ogni costo. Anche all’ultimo tuffo.
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