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Dalle giovanili della Lazio al sogno promozione in Liga: chi è Alessio Lisci, l’italiano di Spagna

Alessio Lisci, allenatore del Mirandés (IMAGO)

Dalle giovanili della Lazio al sogno Liga con il Mirandés. Ecco Alessio Lisci, l’allenatore finito in Spagna grazie ad una borsa di studio

Immaginate di passare da una società dilettantistica della vostra città alla possibilità di affrontare Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid. Una borsa di studio può cambiare la vita, lo sa bene Alessio Lisci, passato dai pulcini della Lazio al Levante dopo una lunga gavetta. Ora sogna di ritornare in Liga con il suo Mirandés, al secondo posto in Segunda Division.

Chissà quante volte ci avrà pensato il classe ’85 a palcoscenici come quelli del Metropolitano e del Bernabeu mentre studiava sui banchi dell’Università. Già, perché la storia dell’uomo che sta scrivendo la storia in Spagna parte come quella di un ragazzo come tanti altri, con l’ambizioso sogno di diventare allenatore.

Quel sogno è presto diventato un obiettivo, e poi un percorso che ha trovato coronamento nel dicembre 2021, quando Pablo Sanchez gli affidò la panchina del Levante. Ma andiamo con calma, con una gavetta iniziata dall’ombra del Colosseo: “Io sono partito da una società dilettantistica di Roma, poi con l’Università ho fatto un tirocinio alla Lazio” – come ha raccontato Alessio Lisci ai nostri microfoni– “Ho vinto una borsa di studio per andare all’estero e da lì sono arrivato al Levante e ho fatto tutta la trafila“.

Trovarsi in Spagna, nel 2011, significa vivere a pieno l’epoca del Guardiolismo. Ed ecco quindi che l’allenatore romano è riuscito a trovare l’ambiente ideale per portare le sue idee: “All’inizio si pensava solo ad attaccare, avevo molto da insegnare. A livello tattico la preparazione che c’è in Italia non c’era in Spagna, poi sono riuscito a fare un mix che è stato molto importante per il mio futuro“.

Alessio Lisci, dalle difficoltà alla panchina del Levante

Nella vita come nel calcio si alternano momenti positivi e negativi, quasi come fosse un’altalena. I momenti di difficoltà non potevano mancare per Lisci: “Ho dovuto fare molti sacrifici, andavo anche a lavorare per far quadrare i conti“. Ma sempre con un obiettivo chiaro, senza mai neanche prendere in considerazione l’ipotesi di mollare. Sarebbe troppo facile forse.

Il tempo alla fine gli ha dato ragione. Dopo una gavetta decennale tra la formazione riserve e le varie squadre giovanili, l’1 dicembre 2021 la dirigenza del Levante gli affidò la panchina della prima squadra, dopo un inizio di stagione difficile. A 36 anni divenne così l’allenatore più giovane del campionato. I rossoblù non riuscirono a salvarsi nonostante il secondo girone di ritorno migliore nella storia del club, con 27 punti in 19 partite. Un’esperienza comunque indimenticabile per l’allenatore romano, che si tolse anche la soddisfazione di sbancare il Metropolitano contro l’Atletico Madrid campione di Spagna nella stagione precedente.

Alessio Lisci, allenatore del Mirandés (screen)

Ora i sogni con il Mirandés: “La promozione sarebbe storica”

Dopo la fine dell’esperienza con il Levante, ecco che il Mirandés ha offerto a Lisci la chance di ripartire nel luglio 2023. Se al primo anno l’allenatore romano ha conquistato una mai scontata salvezza, in questa stagione il club castigliano sta scrivendo la storia. Dopo 32 giornate i rossoneri sono al secondo posto in classifica, proprio alle spalle del Levante, con l’obiettivo oramai neanche più tanto segreto di una prima storica promozione in Liga.

Un’annata iniziata con il pensiero di fare un passo indietro da parte dell’allenatore romano, e che potrebbe concludersi scrivendo una pagina leggendaria: “Ho pensato di andarmene, grazie al cielo non l’ho fatto” – ha svelato Lisci a Marca – “Per la maggior parte della preparazione ho avuto a disposizione solo sei giocatori”. Quei problemi sono oramai alle spalle, e davanti si presenta l’occasione per restare nella storia: Ora sta andando quasi tutto alla perfezione, vedere la gente divertirsi ti riempie di gioia. Raggiungere questo obiettivo sarebbe uno dei più grandi successi nella storia del calcio spagnolo“. Ne ha fatta tanta di strada quel ragazzo che sognava tra i banchi dell’Università e che si occupava dei pulcini della Lazio, ora il finale di stagione può consacrarlo definitivamente tra i grandi.

A cura di Lorenzo Renna