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Aaron Wan-Bissaka, tackle e talento: quando bastano 16 mesi per cambiare tutto

Chi lo conosce bene lo descrive come un ragazzo tranquillo, senza grilli per la testa, lontano dai riflettori. Il campo, e le statistiche, dicono che i tackle e le intercettazioni gli riescono piuttosto bene. "Pensi di averlo superato e lasciato sul posto ma ha abbastanza forza da recuperare con un ultimo tackle dal nulla", Zaha ha pochi dubbi su questo. 

E un po' è anche merito suo se Aaron Wan-Bissaka è diventato un terzino, visto che passò in questo ruolo grazie all'intuizione di Richard Shaw, suo ex allenatore nell'Under23 del Palace, che durante una partitella in allenamento gli fece marcare proprio Zaha.


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Aaron ha 21 anni ed ora è un nuovo difensore del Manchester United. Il trasferimento dal Crystal Palace ai Red Devils è quel salto che ogni giovane calciatore aspetta. A livello di carriera, a livello economico. Tra le 'Eagles' era l'elemento della prima squadra che percepiva lo stipendio più basso (10mila sterline a settimana); adesso ne guadagnerà 80mila. 

Operazione da 45 milioni di sterline e Wan-Bissaka diventa così il quinto trasferimento più caro della storia dello United dopo Pogba, Lukaku, Di Maria e Fred. A Manchester accolgono "uno dei difensori più promettenti della Premier League" (parola di Solskjaer); al Crystal Palace va una discreta somma più un 10% sulla sua futura rivendita nel caso in cui sia superiore ai 50 milioni di sterline, come riportato dalla stampa inglese. 


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La giusta etica del lavoro, il giusto talento, la giusta mentalità per giocare nel Manchester United: Solskjaer stravede per lui. "E' esattamente il giocatore che cercavamo per migliorarci". Dichiarazioni sicure come un'investitura ufficiale. 

Un diamante, sì, ma ancora grezzo e pronto a brillare. 

La scorsa stagione ha collezionato 84 intercettazioni andate a buon fine nelle 39 presenze totali tra Premier, EFL e FA Cup. Meglio di lui in Europa hanno fatto soltanto Lautoa del Dijon, Izzo del Torino e William del Wolfsburg. Numeri sinonimo di un discreto senso dell'anticipo sull'avversario. 

Il fisico lo aiuta; è forte ma non infallibile. Infatti a Manchester c'è ottimismo ma su un binario parallelo c'è chi predica calma e invita alla pazienza, senza esaltarlo troppo per poi 'demolirlo' al primo errore. 


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Il fiuto per il gol ("Arriveranno, non preoccupatevi", assicurò in un'intervista al Guardian lo scorso febbraio) ha lasciato spazio alla capacità di difendere anni fa, quando arretrò in campo e lasciò l'iniziale ruolo di attaccante o ala. E pensare che durante la sua carriera nelle giovanili del Palace rischiò di lasciare il club. Tutto quando aveva 14 anni e si presentò in ritardo ad un paio di allenamenti e leggermente 'affaticato' dopo aver fatto qualche strappo alla dieta. Spedito in panchina, i pensieri di addio si addensarono come le nuvole prima di un temporale. 

Fu poi il padre di Aaron, Ambroise, a spiegare che dopo un colloquio con il club la situazione rientrò. Da lì, la storia è nota. Quella di un ragazzo che non sapeva affondare un tackle e che ha avuto la sua occasione e prima vetrina col Palace dopo aver visto 12 compagni out per infortunio; ora, 16 mesi dopo, è un terzino che vale 45 milioni di sterline e gioca nel Manchester United.