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A tutto Rambaudi: “Affrontiamo la Sla come Borgonovo, lui ha combattuto fino alla fine. Mancini e List due persone speciali”

Rambo. Cosa vi viene in mente se pronunciamo questa parola? Bhè facile, direi. Sylvester Stallone, una serie fortunata di film, scazzottate e incassi a palate. Ecco, adesso provate a chiedere di Rambo ai tifosi del Foggia e noterete che la risposta sarà diversa. Il Rambo rossonero si chiama Roberto e di cognome fa Rambaudi, parla piemontese e non “americano”, ed è stato protagonista di un altro film. Titolo? Zemanlandia. Ruolo? Decisamente da protagonista. Miglior attore non protagonista, invece? “Sicuramente Franco Mancini – racconta Roberto Rambaudi in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – Non perché non fosse uno dei leader della squadra eh, ma perché era molto taciturno. Parlava solo quando doveva riportare la calma nello spogliatoio. Faceva casino solo quando arrivava in macchina con la musica di Bob Marley a palla. Aveva una grande energia, penso a lui spessissimo. E’ stato orribile perderlo così”.

Qualcuno davvero se n’è andato troppo presto: “Con Paolo List è stato così, come con Stefano Borgonovo. Lui, non a caso, la sua malattia la chiamava la str***a. Bisogna affrontare queste cose come ha fatto Stefano. Combattere fino alla fine senza aver paura. E’ la maniera giusta di andare avanti. Paolo era un amico vero e una persona speciale. Siamo stati per due anni vicini di casa e conoscevo bene lui e la sua famiglia. Ero ad Andorra quando l’ho saputo, brutto colpo. La Sla è un male cattivo ma colpisce anche altri sport e anche in altre situazioni. Seguiamo Stefano, affrontiamola”.

List, Mancini, Rambaudi. E poi Baiano, Signori, Kolyvanov, Salimov, Petrescu e tanti altri: “Una signora squadra, ma un gruppo che era davvero affiatato. Non so se ci sono analogie con questo Foggia, ma ritengo che tutti i gruppi siano diversi. Ma credo che anche il Foggia di adesso possa dire la sua nella corsa promozione”.