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A tutto Petrescu: “La Juventus andrà a vincere lo scudetto, l’Inter con Spalletti è da secondo posto. Donnarumma? Dovevano trattenerlo”

Vigilia di Europa League per il Milan che dovrà mantenere lo 0-1 di Craiova per accedere al turno successivo. Un discorso qualificazione quasi chiuso secondo Dan Petrescu, allenatore del Cluj e vecchia conoscenza del nostro calcio, viste le esperienze con il Foggia e con il Genoa. Sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”, Petrescu ha rilasciato un’intervista dove ha toccato diversi temi, partendo dalle chance di qualificazione del club di Romania: “Il calcio offre sempre queste possibilità, ma poteva sperare con un pari all’andata, che sarebbe stato normale per come ha giocato. Adesso no, è molto difficile“. C’è una certa differenza tra le squadre, dovuta soprattutto alla scoppiettante campagna acquisti rossonera: “Hanno comprato molto, ma non possono lottare con la Juventus. La Juve per me va a vincere lo scudetto, mentre l’Inter è pronta per il secondo posto: con Spalletti ha fatto l’acquisto migliore. Anche io ho lavorato con Suning allo Jiangsu, li conosco bene”. E se Spalletti è stato il miglior colpo del mercato neroazzurro, aver tenuto Donnarumma al Milan è stato senz’altro importante, nonostante le pretese del suo entourage: “Con i soldi che hanno i cinesi, che cosa conta un milione in più? Non posso dire se è corretto, so solo che il Milan doveva fare di tutto per non perderlo”. E se il Milan adesso sta tentando di ricostruirsi, quello dell’epoca di Petrescu non aveva poi così tante rivali: “Ricordo la formazione a memoria, non conosco così bene nessun’altra squadra. Maldini oggi costerebbe 300 milioni, uno come lui o Baresi non si trova nel calcio di oggi. E il trio Rijkaard-Gullit-Van Basten è unico nella storia. Tutti e tre facevano la differenza, sempre”. Un Petrescu la cui storia calcistica è stata influenzata tanto dall’Italia e da un allenatore in particolare: “Come calciatore, per me era tutta un’altra vita. Allora giocavo solo in Romania e potevo scegliere fra Fenerbahçe e Foggia. Ho fatto bene, perché ho imparato tantissimo da un allenatore duro come Zdenek Zeman”.