A tutto Mattia Perin: “Il Genoa, la Nazionale e l’entusiasmo dei tifosi. Cerco il giusto equilibrio e sogno la Champions…”
“Caratterialmente ero troppo estroverso, la maggior parte delle colpe erano mie. Ero difficile da gestire… Ora però ho aggiustato il mio caratterino”. Parte dal passato, Mattia Perin. Sincero, genuino. Il portiere del Genoa questa sera si è raccontato ai microfoni di Sky, durante la trasmissione L’Originale, in cui ha parlato di sè – in chiave Genoa e Nazionale – e della squadra. Del suo carattere e del suo ruolo, del campionato e del suo sogno Champions League. Il tutto, in attesa della Vittoria più importante lontano dal campo; quella con la V maiuscola, la bimba che a breve lo renderà padre per la prima volta.
Un pensiero al presente ed uno al futuro, anche a tinte azzurre: “Uno con la classe di Buffon decide lui quando smettere e dire addio alla Nazionale. Finché sarà competitivo con la Juve resterà in Nazionale e sarà sempre un punto di riferimento per tutti. Donnarumma? Non saremo solo io e lui, la scuola portieri italiani sta sfornando tanti giovani talenti che si stanno esprimendo bene. Ci sarà una bella competizione che farà migliorare tutti noi. Il portiere del Genoa potrà essere il portiere della Nazionale? Non sta a me deciderlo, spero un giorno di realizzare il mio sogno e giocare la Champions League. E’un obiettivo che ho da piccolo. Per essere il portiere dell’Italia devi giocare in squadre ultra competitive ma adesso non ci sto pensando tanto”.
Si torna poi alla Serie A, alla lotta scudetto: “Napoli e Juventus sono due squadre grandiose che stanno dando un bel messaggio per il calcio italiano. Qui c’è ancora una bella lotta, può dare luminosità al nostro campionato visto che a volte viene detto che sia al di sotto degli altri”. Mentre in casa Genoa l’arrivo di Ballardini ha portato un nuovo entusiasmo, figlio dei risultati e delle prestazioni maturate nelle ultime gare: “Ballardini ha portato ciò che è lui, una persona serena e ha dato libero sfogo alle nostre qualità. La qualità maggiore è la serenità e la libertà mentale di dar sfogo alla fantasia dei giocatori. Inoltre anche un’ottima fase difensiva, i numeri parlano chiaro. Facciamo le corna… ma prendiamo pochi gol e pochi tiri. Quello che non è mai mancato comunque è l’entusiasmo della gente. E’ ciò che ti fa capire che il Genoa meriterebbe di più che lottare per la salvezza. Sono la nostra benzina. Sabato c’è l’Inter e sarà pieno lo stadio. Quando vedi la gradinata piena ti dà un’energia incredibile. Gli allenamenti? Le richieste degli allenatori sono cambiate, è cambiato anche il modo di giocare con il portiere. Bisogna adattarsi e ci lavoro. Ci alleniamo tecnicamente, con la squadra. Insomma, come un giocatore a tutti gli effetti. Poi sta al portiere quanto rischiare durante le partite. Dal punto di vista tecnico, la prima stagione quando tornai qui e quella seguente credo che siano sul livello di questa qui. Le parate di quest’anno però sono più pesanti. Mi sento più maturo e uomo. Ero un ragazzino burlone che non aveva raggiunto il suo equilibrio ed ora spero di tenerlo sempre. Ci sono dei giorni che vorrei spaccare il mondo ed altri in cui dico ‘speriamo finisca 0-0’. Ma se sei troppo rilassato sbagli, lo stesso se sei troppo teso. Ecco, cerco sempre l’equilibrio, la concentrazione giusta”.
Il presente e quel passato fatto anche di momenti difficili, quegli infortuni che l’hanno a lungo tenuto ai box ma che l’hanno fatto tornare in campo un giocatore ed un uomo diverso: “Come ne sono uscito? Quello che mi ha aiutato è che ci sono cose molto più gravi. Le persone che mi vogliono bene mi sono state vicino. Ho subito più emotivamente il secondo, perché ero appena rientrato. Ma dopo l’operazione sono subito ripartito. Ci vuole forza mentale, fai di tutto per riprovare le emozioni che ti dà questo sport”.