Dinamo Zagabria, caos stipendi: licenziato tutto lo staff
Alle origini della frattura il taglio salariale che il club avrebbe imposto ai giocatori per far fronte all’emergenza coronavirus. Ma gli introiti commerciali della Dinamo non arriverebbero al 5%: ora rischia anche Bjelica, ai ferri corti con la dirigenza

Bufera in casa Dinamo Zagabria: nella notte tra giovedì e venerdì il club croato ha licenziato tutti i componenti dello staff tecnico ad eccezione dell'allenatore Nenad Bjelica.
Tutto era cominciato con la decisione unilaterale da parte della società di tagliare lo stipendio dei giocatori del 70% nel periodo di sospensione delle attività: una soluzione adottata nelle ultime ore anche dal Barcellona, come contromisura all'emergenza coronavirus che, a campionati fermi, fa crollare gli introiti commerciali dei club. Ma a differenza dei blaugrana, gli incassi della Dinamo relativi a spettatori, sponsor e diritti tv non toccherebbero il 5% del totale.
La fetta principale dei campioni di Croazia arriva infatti dalle plusvalenze e dai premi di squadra per la partecipazione alle coppe europee. E in questo senso la stagione 2019/20 è stata molto positiva per la Dinamo: prima con la Champions League nel girone dell'Atalanta, poi con la cessione della stellina spagnola Dani Olmo al Lipsia.
Il ritorno di Mamic
Anche per questo, giocatori e staff tecnico si sarebbero subito opposti alla decisione della società, cercando un dialogo che però non c'è stato. La situazione è invece degenerata, con Bjelica risparmiato dall'ondata dei licenziamenti per una semplice questione economica: l'allenatore ha un contratto con la Dinamo fino al 2021 e il club sarebbe tenuto a versargli 1,5 milioni in caso di esonero.
Quindi la società sta continuando a fare pressione su Bjelica per ottenere le sue dimissioni: peserebbe, in questo senso, il ritorno la scorsa estate di Zoran Mamic (fratello di Zdravko, storico numero uno del club condannato nel 2018 a 6 anni di reclusione per frode fiscale e appropriazione indebita). Non è un mistero che il nuovo direttore sportivo della Dinamo non abbia mai avuto un buon rapporto con l'allenatore. E visto che i risutati non l'avrebbero giustificato (nel suo biennio nella capitale Bjelica ha vinto il 71% delle partite), la questione Covid-19 è diventata il pretesto per fare tabula rasa. A Zagabria ne sono convinti.