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Il “predestinato” prende il posto del maestro: l’Atalanta sceglie Palladino

Palladino a Gasperini ai tempi di Monza e Atalanta (imago)
Palladino a Gasperini ai tempi di Monza e Atalanta (imago)

L’allievo prediletto di Gian Piero Gasperini arriva sulla panchina dell’Atalanta: è Raffaele Palladino il nuovo allenatore della Dea.

“Lo conosco da quando aveva 17 anni. Da allenatore è un predestinato, riesce a entrare nella testa dei giocatori in un modo incredibile”. Sono le parole di Gian Piero Gasperini, che incorona il suo erede: Raffaele Palladino.

È infatti lui a sostituire Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta, che ha scelto di proseguire con un allievo prediletto del Gasp per la propria panchina.

Dopo un inizio deludente, la società ha deciso per il cambio in panchina: è Palladino il nome scelto per far risalire la stagione dell’Atalanta. Dopo aver imparato dall’allenatore più vincente della storia della Dea, l’ex giocatore del Genoa e della Juventus è pronto a prendere il suo posto.

Dalla benedizione di Gasperini al passato da giocatore: l’Atalanta prova a fidarsi del proprio condottiero.

“Sta facendo un grande lavoro”: il rapporto tra Gasperini e Palladino

Gasperini lo sapeva già, d’altronde è stato lui a segnalarlo agli scout della Juventus da giocatore: “Quando giocava a Benevento l’ho notato io, molti sono passati da quel Genoa” ha rivelato ai microfoni di Sportweek. Ciò che lo sorprende di più, però, è il percorso da allenatore.

“Da giocatore poteva raccogliere di più, ma da allenatore è un predestinato. È qualcosa che non compri al supermercato, o ce l’hai o non ce l’hai. È destinato ad allenare grandi squadre”. Gasperini lo sapeva, e ora uno scherzo del destino farà sedere sulla panchina della sua Atalanta il suo allievo.

Raffele Palladino (IMAGO)
Raffele Palladino (IMAGO)

Il rispetto è ovviamente reciproco: “Mi ispiro a lui, ha cambiato il calcio” diceva Palladino prima di un Fiorentina-Atalanta. Dopo aver portato la Viola a un passo dalla Conference League, Palladino riparte dall’Atalanta, con l’ombra del proprio maestro alle spalle, ma anche la sua benedizione.