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Juventus, Buffon: “La Champions non è un ossessione. Non capisco più i parametri di questo mercato, giusto il FPF”

Torna a parlare Gigi Buffon. Il capitano della Juventus sta per cominciare la 17esima stagione con la maglia bianconera. Tanti gli argomenti, a partire da quello che è stato l’ultimo anno. Gigi si racconta a La Gazzetta dello Sport: “Quest’anno potrebbe essere
l’ultima chiamata ed è molto
elettrizzante. Cerco di prendere l’aspetto speciale della cosa,
come in tutte le esperienze.
Quando vai in un posto e pensi
che sia l’ultima volta ne apprezzi di più la bellezza e desideri
cristallizzare emozioni che ti
porterai dentro per sempre. Sarà speciale come stagione, ma
voglio renderla ancora più formidabile con prestazioni all’altezza del mio nome, che possano aiutare la Juve a ribadire le
belle annate da cui veniamo. La Champions è sempre
stata ed è tutt’ora un pungolo
per migliorare e assaporare determinate emozioni, come confrontarmi con determinati giocatori su certi palcoscenici. Ma
non mi trasmette ansia e non è
un’ossessione
. Non ha mai avuto un’accezione negativa per
me e non la avrà ora. Ultima stagione? I tormentoni mi sono sempre
stati sulle scatole e non voglio
diventarlo io. Quindi non chiedetemelo ogni tre partite. Attendo con trepidazione un
campionato più equilibrato, dove si rivedranno i valori di squadre che hanno passato stagioni
di decadenza. Renderà più godibile la A per gli sportivi, anche se l’anno scorso sia il Napoli sia la Roma hanno dato battaglia”.

Si parla poi di Cardiff e di quello che sarebbe successo: Ciò che si è detto m’interessa poco, non abbiamo perso per fantomatiche liti ma perché abbiamo trovato una squadra superiore. Più forti in Italia? Siamo diversi. Bonucci e Alves
hanno caratteristiche atipiche per i ruoli che ricoprono, di conseguenza il nostro modo di giocare di sicuro sarà differente. Migliore o peggiore non so, dobbiamo aspettare per dirlo. Perché via? Leo sentiva dentro il bisogno di
una nuova sfida e
il Milan lo ha intrigato. Dani probabilmente anche: quando arrivi alla nostra età e
non sei di nessuna
parrocchia vuoi
metterti alla prova in tutte le nazioni. Bonucci? Ci siamo messaggiati, quello che
ci siamo detti resta tra di noi. Gli
vorrò sempre bene, con lui c’era
un’empatia molto forte, è cresciuto tanto in questi 7 anni, come calciatore e come temperamento. Lui ha fatto bene alla Juve
e noi come gruppo abbiamo fatto
bene a lui. Tradito? No. Ognuno ha le proprie situazioni, anche familiari e personali,
che hanno un peso. Non cambierei questo gruppo di difensori con nessuno al
mondo. Lo dico con convinzione, perché per l’esperienza che ho posso dire che i nostri sono i migliori sulla piazza. Non lo dico per perorare
una causa di gruppo ma perché lo penso. Sei anni fa dissi
che il nostro terzetto era il
migliore d’Europa, uno dei
migliori, per come è assemblato, in cui ho giocato. Tutti
si misero a ridere, ma in un
anno o due è andata esattamente come dicevo. La 10 a Bernardeschi? Federico è stata una grande
operazione societaria, è un
talento puro. Ragazzo giovane con margini di miglioramento tecnici e fisici enormi,
ha un’umiltà e una voglia di
apprendere e una cattiveria
che ho visto in pochi ragazzi.
All’inizio trarrà più beneficio
lui dalla Juve, nel lungo termine diventerà un giocatore di
riferimento per i tifosi e per la
squadra. La dieci però è una maglia importante, pesante, vanno
fatte tante valutazioni per cercare di non rallentare la crescita di
un grande talento. Dybala? Inutile stare dietro alle voci.
Nessuno finché chiude il mercato è sicuro di restare. Però le dichiarazioni della società e di Dybala hanno un peso. Servirà alla
Juve per arrivare dove non siamo ancora arrivati. Szczesny? Abbiamo un bel gruppo di portieri, metto dentro anche Del Favero e Pinsoglio. Siamo collaudati e abbiamo tutti voglia di mi-
gliorarci e di apprendere, io per
primo. Vedendoli in allenamento so di poter carpire qualcosa
da loro. Szczesny l’anno scorso è
stato il miglior portiere del campionato, la Juventus ha fatto
un’operazione giustissima per­
ché avrà un lungo futuro in bian­conero. Spero di poterlo aiutare. De Sciglio può tornare quello di prima? Me lo auguro perché Mattia era
in una fase di stallo, non so per
quale motivo, dalla quale doveva
scappare per trovare una consa­
crazione. E alcune volte per farlo
devi cambiare ambiente. Nulla in
Italia più della Juve ti può aiuta­re. Milan per lo Scudetto? Lo considero tale, hanno speso tanti soldi, anche se in questo
mercato non mi sorprende nien­te, c’è uno stato di indefinitezza
del valore. Non riesco più a capi­re quali siano i parametri per va­lutare un giocatore. È tutto molto
aleatorio e tutto è in mano a chi
ha più soldi: oggi 10, domani
100. Giusto il FFP? Sì, a delle norme di valutazione
per mettere dei parametri. Mi
sembra tutto finto. Perché Ney­mar vale 220 milioni e non 600?
Mio nonno da piccolo diceva
sempre: gonfia gonfia, il pallon­cino poi scoppia. Var? Aiuterà si­curamente gli arbitri e spegnerà
le polemiche. Io rianalizzerei gli
ultimi 6 campionati con la Var, si
vedrebbe che abbiamo vinto e
meritato sul campo”.