Sampdoria, Ivan: “Mi chiamano il Terribile, ma lo sono solo in campo”
Si è raccontato in un’intervista al Secolo XIX, David Ivan il giovane centrocampista classe ’95 della Sampdoria. Alle colonne del quotidiano ligure lo slovacco ha affidato ricordi e considerazioni sulla sua avventura in blucerchiato: “Io non ho paura. Sono meno grosso di altri, ma proprio per questo nei contrasti ci metto tutta la forza. Non ho mai paura perché già sono piccolo e gli altri potrebbero pensare che io possa avere timore”.
Ivan…il Terribile? “Mi chiamano così e mi piace: ma lo sono solo in campo. Vado sempre al massimo”. La Sampdoria non sta vivendo un ottimo momento e Ivan lo sa bene: “Purtroppo col Torino abbiamo preso gol in extremis e non è mai bello, finché l’arbitro non fischia non è finita. Siamo delusi, ma dobbiamo riprenderci subito. Le mie armi migliori sono corsa, grinta e voglia di aiutare i miei compagni. E se hai voglia, la stanchezza non si sente e puoi giocare ogni tre giorni. Dipende tutto dalla testa”.
Sedici presenze in Serie A collezionate finora ed un gol, indimenticabile: “Il gol contro il Palermo sotto la Sud: i tifosi mi hanno mandato tanti bei messaggi. Ma per me ogni partita è un’emozione perché l’anno scorso non avrei pensato che sarei stato qui, in A con la Samp. Il più brutto ricordo, invece, è quello del pareggio con la Lazio, ma come squadra. L’espulsione all’esordio col Carpi è stata singolare, la prima nella mia vita. In A tutti sono veloci a spostare la palla ma lavoro per non ripetere l’errore. So di dover migliorare su tutti, ma i compagni e il mister mi aiutano molto”.
Chiusura sul ruolo e sulle sue caratteristiche: “Mi va bene tutto. Nelle giovanili, a parte gli ultimi due anni in Primavera in cui ho giocato osato davanti alla difesa, ho quasi sempre fatto la mezzala. Poi Zenga mi ha schierato come esterno: è stata una cosa nuova ma mi piace imparare – ha ammesso Ivan -. Skriniar? Lui è un difensore centrale, simile a Skrtel de Liverpool: dicono tutti che sia il suo erede. Ci conosciamo dall’Under 15, siamo molto amici, ha personalità, forza e tecnica. In Slovacchia si fa meno tattica, ma si abituerà presto”.