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Amelia: “Quattro anni di Milan valgono una carriera. Che ricordi lo scudetto vinto al fotofinish sull’Inter”

Disciplina, rispetto, regole. La formula di un gruppo vincente non può prescindere da questi tre elementi. Uno spogliatoio forte e unito è alla base dei successi di una squadra di calcio e per averlo c’è bisogno di professionisti esemplari. E’ il caso di Marco Amelia, che per quattro stagioni ha fatto parte del Milan e che di “gruppi vincenti” ne sa qualcosa. C’era anche lui quando l’Italia ha vinto il suo ultimo mondiale, nel 2006, e i rossoneri hanno vinto il loro ultimo scudetto, nel 2011. Ultime stagioni difficili per i milanesi e adesso che a Milanello sembra chiudersi un’era, il portiere romano  si emoziona con i ricordi.

“Non può essere diversamente” – dichiara Amelia ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Per chi come me ha fatto parte dell’ultimo ciclo vincente non è mai semplice parlare di Milan, soprattutto in questo momento dove sono mancati i risultati”. Montella è l’uomo giusto per rilanciare i rossoneri? “Vincenzo era mio compagno nella Roma dello scudetto: lo conosco bene. Da giocatore era indiscutibile, parlano i numeri. Da allenatore, invece, ha già dimostrato di essere all’altezza del Milan, con le ottime stagioni disputate con la Fiorentina.  Credo sia la persona giusta al posto giusto anche perché le sue idee di gioco sono in sintonia con la filosofia del club”

In questi giorni anche gli ultimi grandi protagonisti della recente storia rossonera stanno salutando la società. Il prossimo dovrebbe essere niente meno che Silvio Berlusconi: “Non posso che parlare bene di Mauro Tassotti, una vita trascorsa nel Milan come giocatore e come collaboratore: è sempre più difficile trovare bandiere al giorno d’oggi. Rispetto la sua scelta e gli auguro il meglio possibile per la sua nuova avventura. Per quanto riguarda il Presidente io credo che quando pensi al Milan pensi a Silvio Berlusconi. Lui ha dedicato gran parte della sua vita personale e imprenditoriale per portare questo club ai massimi livelli nel mondo”.

Eppure c’è chi lo critica: “Qualche annata al di sotto delle aspettative non può cambiare né cancellare le straordinarie pagine di storia che ha scritto con il suo Milan. Se il Presidente cederà sarà solo perché avrà la convinzione di lasciare il Milan a qualcuno disposto a fare quello che ha fatto lui, altrimenti sono certo che non metterebbe mai i rossoneri nelle mani sbagliate. Nel calcio di oggi c’è sempre più bisogno di programmazione e di idee, i soldi sono il motore che ne accelera la trasformazione in risultati”.

Passando al mercato, una delle note positive della scorsa stagione è Carlos Bacca. Sembra quasi certa la sua partenza, scelta giusta o sbagliata? “Bacca è reduce da un ottimo campionato a livello personale, ma se dovesse andare via il club lo rimpiazzerà di sicuro con un attaccante dello stesso livello. Certo, se dovesse restare al Milan, sarebbe meglio”. Gli unici acquisti al momento sono Leonel Vangioni e Gianluca Lapadula. Cosa pensi dell’ex bomber del Pescara? “Onestamente non conosco Vangioni, farei fatica a esprimere un giudizio. Per quanto riguarda Lapadula quest’anno gli abbiamo visto fare grandi cose in Serie B, gli auguro di fare bene perché sarebbe un segnale importante per l’intero movimento calcistico italiano, Nazionale compresa. Musacchio? Ha disputato grandi stagioni in Liga, nel Villarreal, lo dimostrano le tante richieste che ha. E’ un ottimo difensore, può completare qualsiasi reparto difensivo”.

Il Milan fino a pochi anni fa era la squadra più titolata del mondo. Riusciranno i cinesi a riportare il club ai vertici? “Gli investitori stranieri rappresentano il nuovo che avanza. Personalmente non conosco chi è intenzionato ad acquistare il Milan, ma, ribadisco, sono convinto che prima di cedere Berlusconi si assicurerà che il suo successore abbia le potenzialità per riaprire un ciclo vincente”. L’esperienza rossonera è la più bella? “Quattro anni di Milan valgono quanto un’intera carriera. Ricordo con molto piacere lo scudetto vinto al fotofinish contro l’Inter, è stato speciale! Ho vissuto la fine di un ciclo vincente e l’inizio delle prime stagioni difficili, ma ho visto che nonostante questo la base del club è sempre solida e il marchio Milan sarà sempre e comunque un brand di alto livello, anche dopo qualche anno senza vittorie”.