Euro2016, c’è anche la Germania: Löw cambia e convince
C’è anche la Germania a Euro2016. Dopo due gare in chiaroscuro, contro Ucraina e Polonia, la squadra di Löw è tornata a far vedere per 60 minuti le geometrie di un tempo. Non facile replicare quanto fatto al Mondiale in Brasile due anni fa – dove, peraltro, la stessa Mannschaft era partita non senza qualche critica – ma la strada presa sembra essere quella giusta. La conferma è arrivata dalla sfida contro l’Irlanda del Nord, una vittoria di misura che racconta solo in parte quella che è stata la metamorfosi del gioco tedesco.
Tra le certezze di Jogi Löw c’è appunto il passato, che porta con sé un concetto tattico ben preciso: punta di peso e un 4-2-3-1 dalla morfologia chiara. Proprio questo lo ha portato a cambiare le sue idee su falso 9 e difesa statica. Dunque: Götze relegato a esterno (ancora non eccellente la sua prestazione) e Mario Gomez – come Klose nel 2014 – riproposto in avanti. Dietro, invece, l’esordiente Joshua Kimmich al posto del ‘centrale’ Höwedes, sulle orme di chi, come Philipp Lahm, in quel ruolo ha fatto la storia della Nazionale tedesca.
Scelte premiate, per più motivi: se il torero di Riedlingen ha siglato l’1-0 decisivo, a quattro anni dall’ultima volta, il giovane scolaro di Guardiola è riuscito nell’arduo compito di dare qualità al gioco anche sull’esterno, una delle pecche nelle prime due partite della Germania. Due cambi decisivi, che hanno dato anche respiro alla vena di Thomas Müller, autore della prima grande partita di questo Europeo. Il gol non è arrivato per il Raumdeuter bavarese (anche due pali colpiti), ma con una punta di ruolo – proprio come accade nel suo club con Lewandowski – può essere micidiale.
Germania promossa, prima nel girone e che ora preoccupa ancora di più le rivali, dunque. Da rivedere solo la condizione di Götze, apparso ancora una volta uno dei giocatori meno in forma del gruppo di Löw. In attesa, poi, di una sfida davvero probante agli ottavi che possa anche certificare la solidità difensiva, materia su cui ancora c’è da fare chiarezza. Ma la Germania c’è e riparte da qualche volto nuovo.