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Data: 18/03/2017 -

Napoli, Sarri: "Mertens prima punta è stata una scelta obbligata. Per noi solo obiettivi settimanali"

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Ad Empoli per vincere ancora. Dopo il successo sul Crotone, il Napoli di Maurizio Sarri cerca altri tre punti in casa della sua ex squadra, nell’anticipo dell’ora di pranzo, per mettere tutte le pressioni del caso alla Roma che invece giocherà domenica sera.

Se si parla di obiettivi, l’allenatore non vuole guardare lontano. “Ci sono le possibilità per arrivare secondi, mancano 10 partite, ma ci poniamo obiettivi settimanali. Secondo posto o Coppa Italia? Voglio far bene fino alla fine, mi farebbe piacere perché ci siamo confermati con molte più difficoltà: se l’anno scorso avessimo avuto Coppa d’Africa, infortuni e Champions avremmo perso molti più punti, che la rosa più profonda ci ha permesso di contenere” ha detto Sarri in conferenza. La squadra sta beneficiando, in termini di concretezza e gioco, dello spostamento di Mertens al centro dell’attacco: “Sono cose che succedono nei momenti di necessità: c’era Milik infortunato e Gabbiadini squalificato. C’è sempre la componente casualità e necessità”.

Empoli sarà un ritorno al passato. “Sono rimasto lo stesso tipo di allenatore però. Ci aspetta una gara complicata, nelle ultime due volte al Castellani abbiamo preso 6 gol senza vincere. Conosco l’ambiente, sto cercando di far passare questo messaggio ai ragazzi. Hanno buone capacità di palleggio e un’importante capacità di reagire” ha spiegato Sarri.

Quindi l’allenatore si sofferma su giocatori al momento con utilizzo ridotto. “Pavoletti ha caratteristiche diverse, dovrà cercare di adattarsi alla squadra e viceversa. Sta crescendo di condizione, però, veniva da un periodo in cui non si era allenato molto. Jorginho invece ha un palleggio e una velocità di pensiero che in pochi hanno in Europa e quando abbiamo la partita in mano, come col Crotone, diventa fondamentale. In vista della doppia sfida con la Juventus, dopo la sosta, conclude così: “Mi piace che i napoletani non hanno la presunzione di pensare che debbano vincere sempre, anche se avrebbero tutte le ragioni per pensarlo”.


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