Quando il calcio diventa un pretesto per assistere ad uno spettacolo molto più grande e spettacolare. Sembra quasi che sia questo il messaggio che voglia lanciare Paolo Condò nel suo libro, “I duellanti”. Un romanzo che racconta della rivalità senza esclusione di colpi tra Mourinho e Guardiola durante i 4 “Clasico” che si susseguirono nell’arco di 18 giorni del 2011. Mou sulla panchina del Real e Pep su quella del Barcellona.
“Credo che quella rivalità in quel periodo storico sia stata la cosa più eccitante che abbia mai seguito - racconta Paolo Condò a Gianlucadimarzio.com - perché il livello dei due personaggi era massimo. Il fatto di darsi battaglia anche con un’acredine personale, non era soltanto sul campo da gioco ma prevalere l’uno sull’altro, è stato giornalisticamente parlando una manna dal cielo. Mourinho rappresenta la concretezza, Guardiola la visione”.
Ma dall’idea di scrivere un libro dalla realizzazione pratica c’è stato bisogno di un’ulteriore spinta. “Dopo l’ufficialità di Guardiola al City ho capito che Mou sarebbe arrivato allo United. La rivalità sarebbe ripartita e se non lo avessi fatto subito sarei stato superato dall’attualità”. Anche se oggi, in Premier, la storia sembra viaggiare su altri binari. “C’è una profonda differenza rispetto al periodo spagnolo: lì le squadre erano due, alfa e omega della stagione era el clasico, perché solo lì una delle due squadre poteva guardare punti sull’altra. In Premier League, invece, ci sono tanti attori in commedia: Conte, Klopp, Wenger, Pochettino, lo stesso Ranieri”.
Le prime differenze sono emerse già nel mercato estivo. “Hanno rispecchiato il rispettivo Dna generico: Mourinho ha voluto giocatori pronti a vincere subito, mentre Guardiola ha puntato su ragazzi di talento per creare un ciclo”. Ma il primo derby è andato al City. “Sì, magari Guardiola vince subito e sarebbe una bella sorpresa”. Nel libro “I duellanti”, infatti, Paolo Condò non si schiera apertamene con l’uno o con l’altro, ma una piccola preferenza la lascia trapelare. “Non si deve capire per chi tra i due faccia il ‘tifo’ perché è il racconto di due personalità in conflitto. Ma ciò non di meno va detto che la mia visione dello sport è più vicina a Guardiola senza però disistimare Mourinho che è una figura di grandissimo fascino”.
Mou contro Pep, Pep contro Mou, ma “I duellanti” è anche l’occasione - unica - per raccontare le storie “minori”, se così si possono definire, di altre stelle più o meno note di quel firmamento calcistico che in quella stagione tappezzava il cielo spagnolo. “Volendo fare un paragone cinematografico, Mourinho-Guardiola è il classico colossal, una produzione da 11 Oscar. Ma sarebbe banale guardare solo a loro due. In quelle sfide c’erano in campo almeno 15 dei primi 30 giocatori al mondo. Mai vista una concentrazione così alta. Le microstorie all’interno della grande storia: tutte interessanti. Mourinho che fa fuori Valdano, l’incidenza ai singoli giocatori sulle sfide, Pepe, Manel Estiarte e tanti altri”.
L’epilogo della storia lo conoscono già tutti, o all’occorrenza basta perdere 2’ del proprio tempo su Wikipedia per scoprire come sia finita. Ma arrivare in fondo a “I duellanti” ti lascia un altro sapore, un gusto nuovo al quale difficilmente si resta indifferenti. Che tu stia con Mou o con Pep non fa alcuna differenza, lo dice anche l’autore: “La vera bellezza è stata l’opposizione”.