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Marotta: “Donnarumma? Se un giocatore così finisse sul mercato la Juventus deve provarci…”

Donnarumma, Verratti, Alex Sandro, Bernardeschi, Keita… Marotta racconta a 360 gradi il mercato della Juventus, dagli obiettivi già raggiunti ai sogni. Inevitabile partire da Gigio Donnarumma, diventato ora obiettivo di un po’ tutte le big.

“Oggi è difficile, per le società, gestire situazioni di questo tipo: la figura del giovane calciatore è cambiata radicalmente” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport “La prima squadra, una volta, era un punto d’arrivo e l’unico condizionamento era emotivo, adesso cominciano subito a programmare la carriera, a fare scelte economiche e progettuali anche in contrapposizione con le scelte del club. Che sia giusto o ingiusto, è così: in piccolo, viviamo una vicenda analoga con Kean, anche se siamo vicini a un accordo. Occorre cambiare le norme per tutelare gli investimenti a livello giovanile: ci vuole una sorta di apprendistato vincolato. In questo momento non siamo dietro Donnarumma. Detto questo, la situazione è dettata dalle norme vigenti e, come tutte le società, abbiamo diritto di esaminare le opportunità del mercato. Mi auguro che le parti trovino un accordo, ma se un giocatore così finisce sul mercato la Juventus ha il dovere di provarci…Szczesny? Stiamo lavorando in quell’ottica”.

Sulle dichiarazioni di Allegri: “La tristezza per un risultato negativo suggerisce sempre delle riflessioni, ma io non ho mai avuto dubbi sulla prosecuzione del rapporto: è uno dei più bravi al mondo e ha ancora molto da dare a questa causa. A noi, comunque, non ha mai manifestato le sue titubanze, sarà stato il pensiero di una notte. A fine stagione è normale confrontarsi per i programmi. I nostri programmi sono di costruire una squadra sempre più competitiva, mantenendo l’equilibrio tra optimum finanziario e optimum sportivo. Sono aumentati gli investimenti sul mercato, ma anche i ricavi: nella gestione Agnelli sono state valorizzate al massimo le risorse. Operazioni alla Higuain? Quella è straordinarietà. L’ordinarietà è fatta di tasselli importanti. Ovviamente si parla di ordinarietà del momento: questo mercato ha valutazioni pazzesche…. Verratti? Valutando le caratteristiche tattiche e l’investimento non ci interessa: non spenderemo 100 milioni per lui”.

Strategie future: “La nostra volontà è di non cedere gli asset più importanti, abbiamo detto no a una ricca offerta del Chelsea per Alex Sandro (60 milioni, ndr), però sappiamo di doverci confrontare con società che possono garantire ingaggi per noi irrazionali. E i calciatore sono sempre padroni di se stessi. Cosa ha detto Alex Sandro dell’offerta? Non lo so. Prevedo Un paio di acquisti di qualità, a centrocampo e in attacco, più un profilo giovane. In una squadra che potrebbe presentarsi così com’è ai nastri di partenza. Douglas Costa? Grazie al permesso del Bayern, abbiamo avuto la possibilità contattare gli agenti. Se sarà in vendita, valuteremo la congruità del prezzo… N’Zonzi è uno dei tanti profili, lo monitoriamo. Iniesta non è raggiungibile. Tolisso era in mano nostra, ma dopo il cambio di modulo lo abbiamo mollato per valutazione tattica. Matuidi e Matic? Non interessano, ma il mercato è dinamico: quello che oggi non immagini, domani può accadere”.

Su Keita e Bernardeschi: “Talenti che devono diventare campioni, e una grande parte, in questo percorso, la fanno la società e allenatore. Dybala ha compiuto il salto. Lotito? Sono certo che non ha pronunciato quelle parole perché sono fesserie. Conosco le regole e non ho mai avvicinato un giocatore tesserato. Vale il discorso di Donnarumma e Kean: è normale che, con un contratto vicino alla scadenza, ci sia effervescenza da parte di calciatori e agenti che guardano al futuro in maniera diversa. Keita fa parte della categoria la cui gestione per società di appartenenza è difficile”. Il futuro di Orsolini e Schick: “Orsolini parte con noi, entro il 30 agosto decideremo, per Schick aspettiamo l’annuncio”.

Sulla finale di Cardiff: “Il valore di una finale non è il valore-stagione. In campionato vince sempre la più forte, in Champions incidono tanti fattori. Detto questo, il Real aveva dieci-undicesimi della rosa di due anni fa ed è la società con il fatturato più elevato: negli ultimi 4 anni ha vinto tre finali e l’unica volta che non c’è arrivato lo abbiamo eliminato noi. Lite negli spogliatoi? Smentisco nel modo più assoluto. C’ero”. Obiettivi sportivi: “Possiamo migliorare, ma in quella fascia siamo già: con due finali giocate, siamo stati gli antagonisti principali dei più forti. Scudetto? Più forti sono gli avversari, più bello è batterli. Se baratto lo scudetto con la Champions? No, ma la Champions è un obiettivo”.