Non aveva mai vissuto niente di simile. Proprio così. "Una partita come questa è stata come fare le montagne russe". Parola di Eriksen, tra i protagonisti del Tottenham che ha battuto il Manchester City ai quarti di Champions League. Forse, la partita più bella di tutta la doppia giornata dei campioni. Quella più emozionante di sicuro. L'hanno vissuta così i tifosi sugli spalti, gli spettatori in tv... figuriamoci i giocatori in campo. E poi, appunto, c'è Eriksen. Spartiacque della partita.
E pensare che qualche anno fa era stato anche considerato dalla Juventus per un suo trasferimento in bianconero. Ora può sognare il Real Madrid. Italia sfiorata, Spagna forse nel futuro, ma presente in Inghilterra, dove è stato decisivo. Ha segnato? No. Ma ha mandato in gol Son e... Sterling. Già, proprio Sterling: perché da un suo passaggio sbagliato al 90' nasce la corsa di Aguero in area, il passaggio al compagno attaccante del City e il gol... O forse no? Lo ferma l'italiano Irrati al VAR: è fuorigioco. "Lode alla moviola, stasera! Siamo stati fortunati" ha scritto anche sui social. Una risposta indiretta alle parole di Guardiola, che contro il VAR ce l'ha ma per il gol convalidato a Llorente.
E ora per Eriksen si apre una sfida nuova, nuovissima. Il Paradiso, dopo l'Inferno, gli riserva una partita contro il suo importantissimo passato: l'Ajax. Che vuol dire 113 partite e 25 gol in 4 anni: dal 2009 al 2013. Dovrà batterlo, per toccare il cielo con un dito. E giocarsi una finale che non era così prevedibile a inizio stagione ma che con gol e "un po' di fortuna" può davvero arrivare.