Barcellona, Messi: “Qui è casa mia, ma voglio un progetto vincente”
Sguardo concentrato, voglia di vincere. Sempre. Leo Messi è alla sua sedicesima stagione nel Barcellona. Una vita in blaugrana, di successi, trionfi e delusioni. Come “La Champions degli ultimi due anni” ammette lui, in una lunga esclusiva per il quotidiano spagnolo Diario Sport. “Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle e ne abbiamo parlato tanto. E abbiamo sempre detto che è stata colpa nostra, non dell’allenatore. Ma si impara: per esempio abbiamo capito che segnare fuori casa è importantissimo. Forse fondamentale per riuscire a vincere la competizione. Valverde? Tutti pensavano che sarebbe andato via, la sconfitta contro il Liverpool è stata peggio di quella con la Roma. Ma ripeto, quello che è successo in quella partita ha poco a che vedere con l'aspetto tecnico, è stata una cosa di noi giocatori. Però abbiamo poi fatto una grande stagione in Spagna, dominando il campionato dal principio alla fine. Anche in questo caso, il merito è più nostro” dice. Attriti con l’allenatore? Non ne parla.
Lui vuole solo vincere. La Champions, possibilmente. “Ma non firmerei per portarla a casa e perdere la Liga. All’inizio dell’anno diciamo sempre la stessa cosa, perché è vera: vogliamo ottenere tutto. È chiaro che mi piacerebbe la Champions, a livello personale mi farebbe piacere. Come il Pallone d’Oro. Negli ultimi anni però sono un po’ cambiate le regole: si tende a premiare il singolo all’interno di un risultato di squadra. Non so se sono un candidato, vediamo”.
Ha la consapevolezza che potrebbe non vincerlo nemmeno quest’anno, dopo la delusione firmata da Modric. E sa che il suo Barcellona, dopo un’annata “pazza”, deve riuscire a fare di più. “Serve avere un progetto vincente. Io voglio vincere altri titoli, voglio continuare ad avere il massimo. Qui al Barça? Io non voglio andarmene, questa è casa mia però il progetto deve essere importante”. Lo dice chiaramente, anche in risposta alle parole del presidente dei catalani, Bartomeu, che parla di una possibilità che Messi se ne vada a costo zero il prossimo anno. “C’è una clausola precisa” aggiunge la Pulce, “è quella di riservatezza. Non posso dire nulla sul mio contratto. Se potessi decidere di restare qui a vita, finché il fisico me lo permette, lo farei: è casa mia” ripete. “Non mi interessano clausole o soldi, io voglio vincere, è la cosa più importante. Stiamo parlando con il Barcellona? Se ne occupa mio papà, ma no, non penso. Me lo avrebbe detto”.
Ancora la voglia di vincere. È il passaggio chiave di tutta l’intervista. Nella quale si parla anche di Neymar e del suo ritorno mancato. “Sono arrivati tanti giocatori importanti, abbiamo una rosa fortissima, sarà il campo a parlare. Mi sarebbe piaciuto però giocare ancora con Ney: capisco anche chi era contrario, per tutto quello che è successo. Ma lui è tra i migliori al mondo e per la nostra squadra avrebbe aumentato la possibilità di ottenere i risultati che cerchiamo. Non so come sia andata, ma di sicuro lo spogliatoio non c’entra. Come sempre capita, abbiamo espresso la nostra opinione, lo facciamo sempre, per tutti i giocatori che arrivano o per quelli che sarebbero potuti arrivare. Ma non imponiamo mai nulla. La verità è che è molto difficile trattare con il Psg e ogni giorno uscivano voci diverse: la verità penso la conoscano in pochi. Ci siamo sentiti? Non gli ho più parlato dopo che è finita quella telenovela: mi sono infortunato e ora penso solo a tornare in campo. Ma quello che si sa è che lui sarebbe stato molto felice di venire qui al Barcellona”.
Il club “più importante al mondo”, dice. “Per questo si cambia anche tanto: non tutti riescono a reggere alla pressione”. E di pressioni, Messi ne conosce parecchie. Come quella che lo vede in eterna sfida con Ronaldo. “Non ho mai avuto un problema con lui” dice. “Si dicono tante cose, ma la verità è che tutte le volte che ci vediamo, ci parliamo sempre. Non so se riusciremo ad andare a cena insieme: ognuno ha la sua vita. Ma se ci fosse la possibilità, non vedo perché no”.
Uomo spogliatoio, leader in campo, padre di famiglia. “I miei figli, soprattutto Thiago, vivono tantissimo la tensione prima di ogni gara” dice. “Mia moglie? È prima di tutto la mia migliore amica”, con la quale ha condiviso il dolore per la scomparsa della figlia di Luis Enrique. “È stato terribile. Non c’è modo di spiegarlo, abbiamo tutti dei figli e pensare a una cosa così e al dolore per una famiglia lo rende davvero tremendo. È un tema molto complicato”.
Con Enrique, Messi ha vinto tanto. “L’anno scorso non abbiamo ottenuto tutti gli obiettivi. Ci vogliamo rifare quest’anno”, conclude. “Sto meglio, ma non forzo per tornare subito in campo. Mi hanno detto che questo tipo di infortuni (lesione del soleo della gamba destra, ndr) è molto complicato, conviene tornare solo quando si è sicuri che non ci possano essere ricaduti”. Dopodiché, testa focalizzata verso gli obiettivi. Con la voglia di vincere a Barcellona e di vivere un’annata vincente. E un progetto vincente. Lo dice senza nascondersi. Senza paura.
L'intervista completa su Diario Sport