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Atalanta, Gasperini: “Vogliamo una squadra stile Athletic Bilbao. Chi allenerà l’Inter farà bene”

Sesto posto solitario a quota 19. Con l’Atalanta che si gode Gian Piero Gasperini. A pensare che ad inizio stagione fu addirittura vicino all’esonero non ci si crede, eppure lo fu per davvero: “Il nostro segreto è lavoro. Ci è voluto un po’ di tempo perché ho trovato un gruppo di 27 giocatori e quindi è servito un bel rodaggio per me e per loro. In squadra c’è un mix interessante di senatori e giovani che ho dovuto studiare ma nel corso degli allenamenti mi sono accorto che molti ragazzi erano pronti per giocare. Tra l’altro, il presidente sogna una rosa composta prevalentemente da giovani del vivaio e così ho potuto accontentarlo”, ha dichiarato l’allenatore ex Genoa in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’.

“Se fossimo partiti bene sarebbe stato più difficile inserirli ma sapevo che avevano grandi risorse. Bisognava solo gestire i tempi. Io ero a un passo dall’esonero, è vero: la vittoria con il Crotone, meno scontata di quanto si possa pensare, è stata utile, ma la vera svolta è arrivata contro il Napoli”. L’argomento giovani poi, tanto caro al mister: “Ho deciso di lanciare Caldara e Gagliardini contro il Napoli. Il sabato ho detto la formazione al presidente, che si è agitato al punto da non dormire. Ma io ero sereno perchè li avevo visti bene in allenamento”.

Anche il presidente Percassi è stato fondamentale: “Mi ha sempre sostenuto. Gli piace la mia filosofia, ma anche in altri club noto finalmente la riscoperta dei giocatori italiani e possibilmente giovani. Prima si cercava di più lo straniero, anche per motivi economici ma adesso la situazione è un po’ cambiata. Non conta la carta d’identità, ma il campo: se corri, se giochi bene, se hai buona tecnica, non c’è motivo di aspettare. E spesso gli allenatori sbagliano anche se poi è giusto ricordare che sono loro a rischiare il posto”.

E chissà, magari qualche giovane lanciato dal Gasp potrebbe far presto comodo anche a Ventura: “E’ presto per dire se qualcuno sia già pronto per la maglia azzurra, a parte il Papu Gomez, ovviamente. A Ventura auguro solo di fare sempre di testa sua”. Uno di questi potrebbe essere proprio Petagna: ”Ha caratteristiche importanti. In ritiro non era in forma, forse non era abituato ad allenarsi bene ma adesso è in grandi condizioni fisiche. Sono curioso di vedere la sua evoluzione. L’allenatore non può dare a un giocatore più di quello che ha, ma può aiutarlo a tirare fuori il massimo. Io, con Petagna e con gli altri, ci sto provando”.

Sul Genoa di Juric recentemente affrontato in campionato: “Ci conosciamo talmente bene che temevo molto la partita, anche perché al Genoa avevo visto fare grandi gare ad alta intensità. Quando era un mio giocatore Juric aveva i piedi stortissimi. Però quanto correva…”. Invece Kessie come piedi non se la cava affatto male: “Ha una buona base tecnica. E poi ha uno strapotere fisico impressionante. Immagino che possa andare un giorno in una grande squadra anche perché lì servono giocatori con la sua fisicità: le squadre italiane in coppa non soffrono tatticamente o tecnicamente, ma fisicamente visto che negli altri campionati c’è un’intensità maggiore. Kessie, in questo senso, potrà diventare un giocatore importante perché ha tutto”.

Un altro giovane niente male è Gagliardini: “Mi impressionò due anni fa, in ritiro ha avuto alti e bassi, ero titubante. Ma è straordinario: ha tecnica, fisico, visione di gioco, le potenzialità per diventare un centrocampista importante. A volte con i giovani bisogna solo trovare la chiave giusta. Vale lo stesso anche per Conti: aveva doti evidenti, ma che si sarebbe aspettato un’evoluzione così rapida”.

Una battuta sul tanto discusso rigorista: “Non ce ne danno più, così il problema è risolto… Scherzi a parte, contro l’Inter Pinilla si è preso una bella responsabilità ma ero sicuro che segnasse. Pinilla è così come lo vedete: un ragazzo da grandi colpi anche fuori dal campo, ben voluto dai compagni, allegro”.

E riapre su Paloschi: “Spero che Alberto all’improvviso abbia un’occasione e la sfrutti”. Lo stesso vale per Sportiello: “E’ un portiere molto forte che ha perso il posto a causa di alcune prestazioni negative. Ma sono sicuro che uscirà da questa situazione più forte di prima”. Sulla sua esperienza negativa all’Inter e su De Boer: “Mi è successo di batterla, di finirle davanti in campionato. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto soffrire ma non credo di aver fatto danni. L’Inter può essere un’ottima squadra. Il nuovo allenatore avrà una bella opportunità perché parte dal basso con una rosa forte. Quindi è destinato a fare bene”.

Sulla possibilità di approdare in Europa con la sua Atalanta: “E’ un momento bellissimo, ma sarà difficile difendere questa posizione. Per arrivare in Europa bisogna sperare che alcuni grandi club falliscano la stagione. L’Atalanta deve pensare a crescere di fascia, cosa che si può perché la società è seria, le strutture ottime, il pubblico passionale e nel settore giovanile ho già visto ragazzi interessanti. Il progetto è chiaro e poggia sui giovani del vivaio. Un’Atalanta sullo stile dell’Athletic Bilbao, magari senza arrivare a quegli eccessi: perché se c’è un ragazzo bravo che non parla il dialetto bergamasco io lo prendo volentieri eh…”.

Uno sguardo anche ad una Juve deludente in Europa: “Allegri ha bisogno di tempo. Di sicuro, dopo la campagna acquisti finalizzata alla Champions League, in coppa la Juve deve raggiungere livelli più alti. In Italia a volte riesce ad arrangiarsi, in Europa non può”. Infine, su Guardiola vero e proprio punto di riferimento per Gasp: “Mi piacciono molto lui e la sua ideologia di calcio. Qualcuno dice che il tiki taka sia noioso ma io non la penso così. Anche Luis Enrique è un bravo allenatore: lo stimavo pure quando era alla Roma e prendeva molte critiche”.