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Data: 04/11/2016 -

A tutto Pato: "Berlusconi gentleman, Ancelotti papà. E Ronaldo mi chiese di far parte del gruppo 'Playboy'..."

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Cinque anni in rossonero, 150 partite e 63 gol. Un bottino niente male per Alexandre Pato, talento brasiliano sbocciato forse molto presto e appassitosi per colpa di una lunga serie di infortuni trasformatasi presto in calvario. Un inizio scintillante, gol e accelerazioni brucianti, lo scudetto e la Supercoppa del 2011 e la grande intesa con Ibrahimovic. Poi il buio e il ritorno in Brasile, al termine di due stagioni da incubo condite da poche presenze in campo sparse qua e là. Del periodo in rossonero, l'attaccante brasiliano è tornato a parlarne in un'intervista che andrà in onda stasera alle 22.30 su Fox Sports (canale 204 di Sky) e in replica domani sabato 5 novembre alle 12.30 e lunedì alle 21.45. "Il mio Milan è sempre stato legato alla figura di Berlusconi, da quando sono arrivato a quando sono andato via con me il presidente è sempre stato lo stesso. E' stato un gentleman e mi ha trattato sempre tanto bene, anche nel momento in cui gli chiesi di tornare in Brasile. Inizialmente era scettico, poi ha capito le mie esigenze e mi ha lasciato andare. Senza di lui sarà tutto diverso, ma l'immagine del Milan sarà sempre legata al nome Berlusconi".

I rossoneri sembrano aver trovato la via giusta da seguire, Pato è convinto che manchi poco prima di tornare al top: "Il Milan ha grandi giocatori, torneranno presto a lottare nuovamente con la Juventus anche se i bianconeri in Italia sono davvero forti. Guardo sempre le partite dei rossoneri e il prossimo anno sono sicuro che giocheranno in Europa. La mia vita privata? Non ho mai lasciato che la mia privacy potesse entrare in campo con me. I giornali hanno scritto molte cose ma non ho mai condiviso nulla con persone che non fossero i miei migliori amici".

Su Ancelotti, poi, Pato svela: "Se non fosse stato per lui non sarei andato al Milan. Vorrei incontrarlo di nuovo, se sono diventato un calciatore ad alto livello il merito è solo suo. E' stato come un papà per me, fin dal primo giorno mi ha fatto sentire a mio agio. Dopo il Mondiale per Club che vinsi con l'Internacional, molte erano le squadre che avrebbero voluto ingaggiarmi, ma quando arrivò il Milan ne parlai con la mia famiglia e dissi subito sì. Inizialmente non avvertii nessuna pressione, giocavo a calcio e non pensavo a nulla. L'esperienza non partii proprio bene, dal momento che quando mi sottoposi alle visite mediche, mi procurai con il palmo della mano destra un problema all'occhio da non vederci. Il medico mi mise delle gocce di collirio che offuscarono la vista ancor di più, tanto da farmi arrivare a Milanello per le presentazioni con gli occhi chiusi".

Sui suoi vecchi compagni di squadra, Pato svela: "In spogliatoio ero seduto tra Maldini e Ronaldo e di fronte avevo Kakà. Uno dei primi giorni ricordo che Ronaldo mi chiese se volessi entrare nel suo gruppo, facendomi vedere un giornale di playboy, oppure nel gruppo di Kakà che aveva un po' cose di chiesa in spogliatoio".

Infine, Pato chiude con una battuta sulla sua nuova esperienza al Villarreal: "Qui in Spagna mi sto trovando molto bene. Dopo un'esperienza in Brasile tornare in Europa era il mio sogno. Mi sento come quando sono arrivato al Milan".



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