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“Voi chi siete e dove giocate?”. Danimarca, la gara più incredibile

Le vicende della nazionale danese hanno finito per incuriosire tutti gli appassionati di calcio, curiosi di sapere se davvero a scendere in campo sarebbe stata una squadra improvvisata che era stata annunciata dopo l’emergenza dovuta allo sciopero dei calciatori principali. E così è andata: la Danimarca ha giocato contro la Slovacchia in amichevole e ha perso 3-0. Senza i suoi uomini più rappresentativi – anzi, per la precisione, senza nessun calciatore di prima serie – l’11 che si è presentato in campo è stato spazzato via dalla dagli avversari con tanto di aneddoti davvero incredibili.

Ci sono un falegname, un freestyler, un disoccupato…

Il portiere Christopher Haagh – che normalmente gioca a futsal – si è trovato un po’ spiazzato dovendo coprire i 7,32 metri dalla porta a differenza dei tre che si trova alle spalle quando pratica il suo sport. Ma va anche sottolineato che 7 dei 10 tiri in porta ricevuti sono stati parati. Una situazione surreale anche per i suoi compagni: l’attaccante Offenberg è un commesso che dedica suo tempo libero al calcio di terza categoria, il terzino Vollessen è uno studente, il centrocampista Johannson è più conosciuto come freestyler che come calciatore – tanto da essere seguito da migliaia di follower su Instagram e YouTube.

A segnare il terzo gol è stato Adam Fogt, altro calciatore di futsal entrato per provare a dare il suo contributo, ma purtroppo per lui ha centrato la porta sbagliata. Gli altri? Un falegname, una guardia giudiziaria, un meccanico che tutti giorni si occupa di barche, un disoccupato, un consulente e un carpentiere. Naturalmente tutti sconosciuti o quasi nel mondo del calcio, tanto che John Jensen, l’allenatore chiamato a dirigere questo gruppo improvvisato di persone messe insieme per l’emergenza, ha dovuto chiedere a ciascuno di loro innanzitutto chi fossero, e in secondo luogo anche in quale posizione del campo avrebbero preferito giocare.

“Voi chi siete e dove vi posso schierare?”

Nelle scorse ore lui stesso ha confessato che non aveva la minima idea di chi si stesse trovando davanti: “Di fronte a me c’erano 24 ragazzi che erano stati chiamati nelle ultime quarantott’ore per giocare una gara di fronte ad avversari di altissimo livello. Sono orgoglioso ma sono anche scioccato se penso a loro e ai calciatori che in questo momento non possono giocare perché rivendicano i loro diritti. Quello che abbiamo fatto contro la Slovacchia e il rapporto che è nato tra tutti noi è assolutamente straordinario e non dimenticherò mai questa sconfitta, la più bella della mia carriera”. Un solo tiro in porta in 90’ e il 27% di possesso palla contro Hamšík e compagni. Nessuno sviluppo positivo all’orizzonte e di questo passo saranno ancora loro a scendere in campo contro il Galles di Gareth Bale.

Nel frattempo Pione Sisto resta solo a Vienna

Piccola parentesi a parte: tra i calciatori che hanno deciso di portare avanti lo sciopero c’è anche Pione Sisto che ha vissuto la sua disavventura della disavventura: il giocatore del Celta Vigo, infatti, avrebbe dovuto raggiungere i suoi compagni a Bratislava – sede della partita – ma non ha ricevuto (o non ha letto) la mail che ha avvertito tutti del cambio di programma. Così ha finito per aspettare gli altri giocatori all’aeroporto di Vienna (dove ha fatto scalo). Da solo, mentre tutti erano tornati a Copenhagen dove si sta continuando a negoziare con la Federazione per arrivare a un accordo.

E mentre Pione Sisto stava ritornando in patria, l’11 più pittoresco della storia della Danimarca e forse del calcio non solo europeo è già sceso in campo, protagonista di una partita surreale ma certamente piena di ricordi che resteranno nella memoria di molti tifosi.