Vitorul, Hagi: “Difficile trattenere i migliori talenti: Coman, Benzar e Nedelcu hanno già ottime proposte “
“Amo così tanto il calcio che fonderò il mio club per non essere più umiliato da altri. E metterò in pratica quello che ho imparato a Madrid, Barcellona e in Italia” – così parlava Gheorghe Hagi 8 anni fa, all’inizio della sua avventura. Mandato via prima dalla Steaua e poi dal Galatasaray. Sono tanti i presidenti che sognano di dare consigli agli allenatori sulla formazione da mandare in campo. Poi c’è chi come lui non ne ha avuto bisogno, dato che nel suo Vitorul, i due ruoli erano ricoperti da lui stesso. L’ex calciatore del Brescia pochi giorni fa si è laureto campione di Romania con la squadra di sua proprietà e in una lunga intervista ad Extra Time racconta la sua impresa: “Mi sembra tutto così strano. Ho passato tanti bei momenti da calciatore, ma ora è diverso. Sembra che non voglia festeggiare, invece sono solo stanco, specie mentalmente. Lo so che ora verrà il periodo difficile. Tutti vorranno di più da noi. Ma pensi che subito dopo i festeggiamenti per il titolo, il giorno dopo sono andato a vedere la mia Under 19 in semifinale nazionale”.
La festa: “Che emozione vedere ora la gente di Costanza festeggiare. Sono felicissimo. Solo io e la mia famiglia sappiamo quanto è stato difficile e che periodo pazzesco ho vissuto. Mi fa piangere il fatto che mia figlia Kira sia negli Stati Uniti a studiare da attrice e mio figlio Ianis sia in Italia, a Firenze, a imparare a fare il calciatore. Sento la loro mancanza. I loro messaggi mi hanno colpito. Tutti e due mi hanno ricordato il lavoro che ho fatto in questi anni e la mia dedizione al calcio”. E così il sogno si chiama Champions League: “È presto per parlare di questo. Dobbiamo prepararci bene, prendere nuovi giocatori e poi vedremo. Ma tutto si fa col lavoro”.
Programmazione per il futuro: “Non mi fa paura che i migliori vadano via. È sempre stato così. Per Coman (19 anni), Benzar e Nedelcu (20) sarà difficile restare qui. Hanno proposte buonissime. Ma non mi spavento. Ho 300 ragazzi della mia Accademia, 4 per esempio sono appena stati convocati per l’Under 15. Ma io sono solo. Faccio il mercato, il tecnico, il capo del vivaio, lo scout… Questi ragazzi sono cresciuti qua. Benzar, capitano a 25 anni, vive con noi da 12 stagioni, più che a casa sua. E Coman è uguale a Mbappé per me, ha 19 anni, ha firmato già 6 gol in campionato, solo che è romeno e non lo conosce quasi nessuno all’estero. I miei migliori? Quelli che riesco a vendere (ride, ndr). Scherzo. Quando hai due o tre figli come fai a fare delle differenze? Io ne ho 300 di figli”.
Sui modelli da allenatore: “Ho imparato molto da Cruijff al Barcellona. Lui è il mio modello in panchina. Vero che poi da tutti ho preso qualcosa. Sono felice di aver lavorato per esempio anche con Mircea Lucescu. Ma di Cruijff ripeto anche tutte le parole. Sono sempre nella mia testa. Lui mi ha fatto sentire, vivere e fare il calcio alla grande”.