Verratti, tra Nazionale e PSG: “In azzurro fallimento totale, ferita-Mondiale ancora aperta. Ho deciso di restare in Francia, voci sul Barça false”
Il mancato mondiale raggiunto con la Nazionale Italiana, l’eliminazione in Champions con il PSG per mano del Real Madrid e una corsa al titolo in Francia ormai quasi sostanzialmente, positivamente chiusa, per un’annata ancora tuttavia lontana dal salto di qualità atteso. Anche per Marco Verratti sarà un’estate atipica, con i Mondiali in programma in Russia ai quali l’Italia e il centrocampista classe 1992 non prenderanno parte: attraverso le pagine de “La Gazzetta dello Sport”, l’ex Pescara ha parlato così della disavventura vissuta con i colori azzurri, soffermandosi poi sulla stagione francese vissuta, non l’ultima con la maglia del club parigino.
“La ferita è aperta e sarà molto dolorosa quando vedremo i Mondiali in tv. E’ stato un fallimento totale. Il fatto di avere la Spagna nel gruppo forse ci ha spinto a non credere in noi fino in fondo. Era l’aria che si respirava in Nazionale. Poi gli spareggi sono gare difficili, anche se magari a portata. Bisogna guardare avanti. E cambiare: noi giocatori che siamo i primi responsabili. Nel calcio di oggi spetta a tutti una parte di responsabilità. Di Biagio vede il calcio come me. Può essere un vantaggio. Accetto le critiche, fanno parte del mestiere, soprattutto se giochi per una nazione intera. L’importante è che la gente capisca che non giochiamo per soldi, ma per l’onore di rappresentare il proprio Paese”.
Spazio alla visione di Ventura e alle possibili modifiche nel gruppo azzurro, tra chi ha lasciato, chi lascerà e chi potrebbe essere nuovamente convocato: “Ventura aveva una visione molto tattica. Magari va bene in club, ma in Nazionale è più difficile acquisire tante nozioni tattiche in pochi giorni. A volte quando avevamo palla, andavamo tutti in confusione. L’organizzazione è importante, ma in Nazionale non si fa tutto con la tattica. Ventura lo rispetto, è un po’ come Zeman. Ma se metti Zeman in Nazionale magari è dura far capire a tutti le sue idee in così poco tempo. Barzagli e Buffon? Sono scelte personali. Poi per Gigi le porte restano sempre aperte. Se un giorno dovesse chiudere, ci mancherà in campo e in spogliatoio. E’ un punto di riferimento per tutti. Ricordo le prime volte in azzurro. Spero di trasmettere passione e entusiasmo a chi arriva. Balotelli? A Nizza gioca spesso con due punte. E’ un giocatore di valore, il posto se lo meriterebbe per le prestazioni. Può fare bene alla Nazionale se viene messo nelle condizioni giuste. E se viene con l’atteggiamento giusto. Dobbiamo riportare entusiasmo e riconquistare i cuori dei tifosi. I risultati vengono con il lavoro. Di Biagio, Ancelotti, Mancini, Conte o Ranieri? Sono scelte della Federazione. Sono tutti profili di alto livello“.
Capitolo PSG poi, con un’eliminazione dalla Champions che ha lasciato grande amaro in bocca: “A caldo emerge sempre di più la delusione. Il Real è un avversario tosto, ma eravamo convinti di passare. Il Psg non è così distante dal Real. Poi certi episodi fanno la differenza. Ronaldo magari non ha fatto molto all’andata, ma comunque due gol. L’assenza di Neymar? E’ come togliere Messi al Barcellona. Sono giocatori che fanno il 30% di una squadra. Abbiamo la fortuna di averlo con noi. L’hanno pagato tanto perché è un fenomeno. Feeling come con Ibra? Ibrahimovic forse è più selettivo in amicizia. Ma in campo si somigliano. Sono due leader: trascinano i compagni, si allenano al massimo”.
Una stagione che ha visto Verratti criticato anche per i troppi cartellini accumulati: “Contro il Real ho sbagliato. Ma è un rosso di frustrazione. A volte gli arbitri potrebbero essere più tolleranti. Ho avuto una reazione scomposta, ma non ho insultato nessuno, mentre Messi che protesta puntando il dito in faccia all’arbitro non viene neanche punito. Comunque devo migliorare. Mercato? Ho letto che Raiola mi ha offerto al Barcellona. Falsità. Ho parlato con i miei dirigenti, sanno cosa penso, le cose sono chiare: ho deciso di restare. Ho il chiodo fisso di vincere con il Psg che mi ha permesso di crescere anche come uomo. E di condividere un progetto ambizioso. Spero la pensino così anche i miei compagni. Una sconfitta non può azzerare tutto. Neymar resta? Per raggiungere grandi obiettivi, servono grandi giocatori. Con Neymar è tutto più facile”.
Chiusura tra Juventus, nella lotta scudetto e in Champions, e Siviglia, con Montella protagonista: “Per la Juventus sarà difficile, ma non impossibile. Può farcela, anche se il Real sa soffrire. E’ più dura per la Roma: il Barcellona è migliorato molto anche in difesa. Montella è un amico, ha già fatto una grande impresa con il Manchester: una bella rivincita dopo la delusione con il Milan. Scudetto? La Juve è spietata. Sa vincere anche se non gioca bene. E’ questione di mentalità. Per il Napoli è dura rimontare. Lo scontro diretto potrebbe essere decisivo”.