Un vulcano di idee per il Taranto: la ricetta di Elisabetta Zelatore, “noi simbolo di una realtà complessa e affascinante”
Una coppia, nella vita e…nel campo. Elisabetta Zelatore, presidente (“Non mi piacciono le declinazioni al femminile a ogni costo” precisa) del Taranto tornato a respirare l’aria dei professionisti dopo cinque stagioni, e l’avvocato Antonio Bongiovanni, suo vice, sono distinti nelle cariche solo formalmente: nella gestione di una “realtà che rappresenta l’identità di un’intera città” sono simbiotici. “Per noi essere alla guida del Taranto è un motivo di orgoglio: credo che tutti i sacrifici profusi per raggiungere la Lega Pro l’abbiano testimoniato – precisa la Zelatore ai microfoni di gianlucadimarzio.com – in un momento particolare dal punto di vista sociale, economico e istituzionale per la nostra città dopo tante occasioni mancate”. Due mari e due volti: da un lato quello oscuro, che fa rima con Ilva e numeri drammatici, dall’altro lo sport come riconoscimento identitario. “Abbiamo dimostrato che anche in una realtà complessa come quella di Taranto, se si prefiggono degli obiettivi, si possono raggiungere con volontà e abnegazione”.
“C’è la presenza in società della Fondazione Taras, che è presente dal 2013 con una quota minoritaria ma estremamente significativa: ci confrontiamo sulla vita della società ma anche sulle iniziative sociali che realizziamo in città”. Un bacino di suggerimenti, che va oltre la normale amministrazione: “Taranto respira calcio, ogni tifoso sente la squadra di calcio come sua: io e Tonio viviamo la quotidianità in maniera molto semplice e siamo in costante contatto con i tifosi. Li incontri al supermercato o dal medico, e ogni spunto è gradito”. Spunti che hanno radici lontane, sin da quando il duo Zelatore-Bongiovanni deteneva la proprietà della Prisma Volley: “Il know-how è simile, anche se il calcio è maggiormente complesso-spiega la numero 1 del club di via Minnitti-negli ultimi decenni sono entrati in gioco tanti interessi che ne hanno ridimensionato i tratti tipici”. Due anni al comando, tanti progetti nel cassetto: incontri nelle scuole, appuntamenti pubblici, finanche dei concorsi a tinte rossoblù. “Mi sento come Penelope-scherza la Zelatore-la storia mi ha sempre affascinato e in particolare questa figura di donna paziente, equilibrata e innamorata dei valori della propria famiglia, con la capacità di ripartire giorno dopo giorno”. Forza d’animo e volontà: caratteristiche richieste anche in campo, dove la squadra veleggia in quintultima posizione con 11 punti, in attesa del monday night interno contro la Virtus Francavilla, un derby inedito quanto atteso per la Lega Pro. “A inizio stagione, la Virtus ha inanellato quattro sconfitte di fila: da noi le avremmo vissute come la fine del mondo, loro invece ne sono usciti con maggiore serenità e oggi si trovano in zona playoff. Insomma, programmare dalle nostri parti è impresa ardua. Soprattutto quest’anno, con una Lega Pro che ricorda quasi una B2: con i playoff allargati, tante squadre si sono attrezzate con organici di alto livello”. L’obiettivo del Taranto è invece scritto a chiare lettere: “Vogliamo mantenere la categoria, se poi dovessero arrivare risultati migliori li accoglieremmo”.
Obiettivi nel segno della programmazione, un termine che a volte fa rima anche con degli incidente di percorso: “L’avvicendamento in panchina tra Papagni e Prosperi ha rappresentato una scelta dolorosa-spiega la Zelatore-ma l’essenziale è che al di là dei rapporti lavorativi prevalgano stima e rispetto dal punto di vista umano, valori che abbiamo sempre preservato”. Valori, come solidarietà e beneficenza: due direttrici perseguite attraverso la Cooperativa Prisma. “Cerchiamo di sostenere persone svantaggiate in una città che offre poche opportunità di espressione culturale, lo facciamo in silenzio da tanti anni: per tanti tifare Taranto è garanzia di identità e appartenenza al territorio”. Un messaggio espresso anche ai calciatori arrivati in Magna Grecia nella scorsa estate, tra le feste in piazza per il ripescaggio e un progetto tecnico da avviare in fretta: “Non è facile passare dall’enunciazione dei principi alla realizzazione dei fatti, ma ci proviamo con i giocatori e i collaboratori, che diventano testimonial a tutti gli effetti: per noi programmare significa anche questo”.
Il campo non passa certo in secondo piano: ogni attimo della settimana vive del risultato domenicale. 11 punti in 12 partite e un mese e mezzo senza vittorie impongono un’accelerazione, ma la Zelatore non ha fretta: “Vedo in tutti una positività nell’approccio, questa crisi di risultati è una febbre di crescita, chiamiamola così”. L’occhio al mercato, però, è già strizzato: “Ci saranno Accorgimenti chirurgici e studiati Il tempo delle valutazioni verrà anticipato, in modo da farci trovare pronti, a gennaio, per apportare gli inserimenti necessari in organico”. Il tono della voce si fa più intenso quando si tratta di eleggere un simbolo della Taranto calcistica (“E’ facile, ma dico Erasmo Iacovone, per storia personale e professionale”), ma l’uomo copertina resta “Fabio Prosperi, il nostro allenatore. Ha fatto tutta la trafila da calciatore ad allenatore ed è un tarantino acquisito: è un eroe calcistico dei giorni nostri”. Parole che valgono ben più di un atto di fiducia. D’altronde, un progetto “quinquennale che è solo al secondo anno di vita ha bisogno di calma”. Tranquillità, ma anche aspirazioni: “Il sogno? Portare il Taranto più in alto, ma dateci tempo: solo con la progettazione e senza passi azzardati si raggiungono i traguardi”. E chissà che anche Penelope un giorno non salpi oltre la sua Itaca…