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Un comune a punteggio pieno in Serie B: Cittadella terra di visionari, tra debuttanti e un mercato low cost

Che sia una realtà poco social è verificato: Facebook sì, alla voce ‘As Cittadella 1973’, Twitter e Instagram no. Ma che tutti e 26 i componenti della rosa s’identifichino nell’hashtag – lanciato qualche mese fa da Pascali, il vecchietto dello spogliatoio ma sicuramente il più social di tutti – non è certo un caso: #visionari. Cittadella gruppo di giocatori/sognatori immersi nel loro mondo perfetto, lontano dalle pressioni della grande piazza, distanti anni luce dal calcio milionario di sceicchi e cinesi. Un comune di poco più di venti mila abitanti con una squadra di calcio che oggi si trova in vetta alla classifica di Serie B, in solitaria, a punteggio pieno. Due partite, due vittorie. Ma non è tanto il dato in sé quanto il come sono arrivati questi sei punti contro Bari e Ternana: divertendo, dominando. E occhio alla statistica: da quando esiste la Lega B – 2010/11 – sono salite in A 5 squadre su 8 che erano a 6 punti dopo 2 partite. “Che ne pensa Stefano Marchetti?” chiediamo noi, in esclusiva. Il direttore generale nonché sportivo dei granata si fa una risata, forse scaramantica. E ci svela i suoi segreti, molto semplici da dire. Ma che solo un fuoriclasse riesce a mettere in pratica. “Abbiamo un gruppo unito e compatto. E per creare un gruppo così servono uomini veri”. Fondamentale è chi sta alla base di questa realtà: “Per me si chiama la seconda squadra, che alle volte è anche più importante della prima: massaggiatori, magazzinieri, chi cura il campo, chi resta in sede. C’è un senso di appartenenza forte”. E lo stupore aumenta se vi svelassimo che il Cittadella ha speso praticamente zero euro sul mercato nelle ultime tre stagioni? “E’ così” ci conferma Marchetti. Che si è quasi sempre mosso tra prestiti, giocatori arrivati a parametro zero, giovani della giovanili. Lui, buongustaio: ne ha visti di talenti sbocciare tra Ardemagni, Meggiorini, Gabbiadini, Piovaccari, Baselli e Biraghi. Il prossimo? Un uccellino ci dice Salvi. “Bisogna essere prima di tutto corretti economicamente. E poi il calcio non è solo soldi. E’ alchimia, equilibrio: i ragazzi che scegliamo devono incastrarsi perfettamente nel contesto, completarsi a vicenda. Cerco sempre il doppio ruolo, la caratteristica ideale che si sposa con l’idea dell’allenatore”. A proposito, Venturato. Al suo primo anno in B e già in vetta. “Non mi sorprende, è molto preparato. Aveva solo bisogno di trovare la fiducia giusta che gli permettesse di esprimere il suo calcio. Ha le qualità per allenare in Serie A”. Con il Cittadella, chissà. Il comune ci spera. E la statistica è anche favorevole. Ma la realtà granata preferisce quell’hashtag lì: #visionari. Ragazzi che attraverso il lavoro stanno realizzando i propri sogni, concretizzando le loro fantasie. Parola di Pascali. Uno che a 34 anni ha debuttato in B con tanto di gol, a Bari. E che oggi guarda tutti dall’alto in basso. Ma sussurriamolo, meglio non senta. Perché lui, schietto e sincero, non si darebbe alcuna aria. Anzi, ci ha replicato così: “Se manteniamo questa umiltà possiamo essere davvero fastidiosi”.