Un anno di Lega Pro…Il bilancio del Presidente Gravina: “Ora i playoff, un format unico! E lavoriamo sulle riforme…”
La bellezza di una dimensione di calcio vero e territoriale – come quello della Lega Pro – risiede principalmente nel suo legame diretto e – fortunatamente – poco burocratizzato e sovrastrutturato con società, tifosi, appassionati. Ed è in quest’ottica la forte valorizzazione anche della dimensione ‘social’ nella quale il presidente Gabriele Gravina e il segretario generale Francesco Ghirelli non si esimono nel rispondere a chiunque faccia loro domande, ‘comode’ o ‘scomode’ che siano. Un elemento non scontato nella realtà attuale.
Una realtà che, soprattutto in questi giorni, vede la Lega Pro fortemente protagonista. Dall’introduzione – a partire dal prossimo anno – delle seconde squadre all’inizio dei playoff con la riproposizione del format a 28 squadre che coinvolgerà tifosi e appassionati in un mese di…calcio vero!
L’occasione giusta per tracciare un bilancio del campionato appena conclusosi, per lanciare un messaggio a tutte le squadre che saranno impegnate tra playoff, playout e Supercoppa ma soprattutto per dare alcune risposte ai quesiti formulati nel corso di questi mesi da presidenti e tifosi. A rispondere è stato lo stesso presidente Gabriele Gravina:
Primo e (forse) più rilevante input. In molti auspicano una drastica riduzione del numero delle squadre quale mezzo per una distribuzione più sostanziosa delle risorse tra società ‘sane’ e per evitare possibili spettri di nuovi fallimenti… “E’ un falso problema e soprattutto comporterebbe dei meccanismi tanto difficili quanto onerosi. Per ridurre le squadre in Lega Pro dovremmo attuare dei criteri di retrocessione molto più esasperati e questo comporterebbe un aumento considerevole dei costi. Oppure andare a togliere slot alle promozioni dall’Interregionale. L’unica soluzione concreta è il semi-professionismo e le seconde squadre per ripristinare il format a 60 che è il nostro obiettivo e per incrementare le risorse”.
Qualche settimana fa, su proposta di Franco Fedeli, presidente della Sambenedettese, si è tenuta a Roma una riunione per discutere circa il necessario aumento dei ricavi, che le società lamentano siano irrisori rispetto ai costi gestionali… “Io ho spiegato a tutti che la nostra Lega è un’associazione cioè un insieme di società di capitali, che essendo tali devono – prima di tutto autonomamente – basare la loro gestione sul controllo dei costi. Io sono ben consapevole – spiega Gravina ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – del problema delle risorse e ci stiamo impegnando alacremente per incrementarle. Le squadre B, che verseranno un importante contributo economico alla Lega, saranno d’aiuto anche sotto questo punto di vista. L’altro discorso da fare è relativo al fatto che le società dovrebbero cercare di limitare i costi del lavoro. Come? Con rose meno ampie, con l’inserimento – consapevole e qualitativo – di più giovani, pagando meno i calciatori. Prima di tutto bisogna fare i conti con le risorse che si hanno a disposizione dall’interno. Se pensi di spendere tantissimo con la prospettiva che andrai a coprire gran parte di queste spese con introiti esterni è chiaro che vai in default”.
Una delle proposte in cantiere, avanzata da diverse società quali Piacenza e Monza, inerisce una possibile rivisitazione dei criteri di composizione dei gironi in modo da evitare trasferte oltremodo onerose e di incidere positivamente sul bacino degli spettatori che spesso sono impossibilitati nel seguire la propria squadra a 600/700 chilometri… “Dico sì a questa idea, ma sono preoccupato. Se queste argomentazioni mi trovano d’accordo, ma c’è da fare i conti con una situazione ben più complicata. Come Piacenza e Monza, anche le squadre siciliane mi hanno chiesto di ridisegnare la geografia dei gironi perché con l’aeroporto a Milano, ipoteticamente, spenderebbero molto di meno rispetto ad una trasferta in Puglia. Come le società siciliane anche quelle calabresi mi hanno chiesto di rivisitare i gironi e per finire pure quelle della Campania che, spesso e volentieri, per ragioni di veti relativi alle trasferte perdono molti tifosi. Noi abbiamo l’obbligo di contemperare gli interessi di tutti e ci proveremo anche sotto questo punto di vista, ma il discorso come vedete non è di così immediata soluzione, che con una semplice suddivisione nord, centro e sud si risolve tutto”.
Questa sera cominciano i playoff. Ventotto squadre, più di un mese di calcio. Si gioca sempre, ogni tre giorni. Una bella vetrina per tutto il movimento… “Assolutamente sì e, anzi, colgo l’occasione per fare il mio più sincero in bocca al lupo a tutte le società che saranno impegnate in questi playoff e anche nei playout e nella Supercoppa di Serie C. In primo luogo ci tengo a fare una precisazione. Questo format allargato ha ricevuto il plauso della Commissione Antimafia in quanto impedisce l’alterazione della competizione sportiva ed esalta in maniera assoluta il valore della competizione. Perché la Champions è così seguita? Perché potenzia al massimo l’appeal. In una partita secca, massimo due, ti giochi tutto, conosci subito il risultato. E poi è una bella vetrina per tutte le società che vi partecipano, per tutta la Federazione. Che ha già organizzato tantissime iniziative per la finalissima a Pescara, nelle quali saranno coinvolti moltissimi bambini e anche associazioni umanitarie quali Unicef”.
E’ stato anche un anno molto complicato. In principio il Modena, poi il Vicenza e infine l’Arezzo. Tre fallimenti in meno di dodici mesi… “Purtroppo sono situazioni che ereditiamo e nella stra grande maggioranza dei casi quando si prova a intervenire le difficoltà sono già irreversibili. Modena, Vicenza e Arezzo devono rappresentare un alert significativo per tutto il sistema e la crisi che con tanta superficialità viene addebitata alla Serie C, meriterebbe una riflessione molto più approfondita. Quando una società retrocede dalla Serie A alla Serie B può contare su un paracadute importante, con il quale poter subito competere per fare di nuovo il salto di categoria, ma quando retrocedi dalla B alla C hai un paracadute minimo che non copre nemmeno una minima parte dei contratti elevati che può avere una società di B ai quali quasi sempre si assomma una pregressa esposizione debitoria. E’ chiaro che con la retrocessione questa situazione diventa irrecuperabile e la strada è solo una. Tre società su quattro falliscono e alcune, come il Latina anno scorso ad esempio, nemmeno si iscrivono”.
Chiudiamo con un ultimo dato, quello relativo alle penalizzazioni. Più di 70 punti son stati tolti per violazioni di molti tipi alle varie realtà dei tre gironi. Un discorso, tuttavia, sul quale la Federazione è già pronta ad intervenire in maniera decisa… “Sono tantissime e non va assolutamente bene. Abbiamo proposto un sistema di garanzie diverso in maniera tale da incidere significativamente sui controlli e sul rispetto delle regole, ma soprattutto l’inserimento di una norma ad hoc in base alla quale con la recidiva non scatta più un’ulteriore penalizzazione bensì l’esclusione dal campionato”.
A singola domanda, precisa risposta. L’importanza di un calcio – quello di Lega Pro – che si colloca tra la gente, in una dimensione territoriale granitica e positiva. Tra innovazioni e (sacrosanto) progresso…