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Tra i compiti col figlio, la semplicità e l’Entella. Castorina: “Faremo un acquisto importante per reparto. E ciò che accadde 6 anni fa…”

Che ci crediate o no, il calcio è anche una questione di destino. “L’incarico da allenatore della prima squadra mi è stato annunciato proprio lo stesso giorno, il 20 maggio, in cui 6 anni fa mi annunciarono di essere stato scelto per allenare i Giovanissimi qui all’Entella. Tra l’altro, mentre percorrevo la stessa, identica strada!”. Una sorta di “flashback” per Gianpaolo – Paolo, per tutti – Castorina, fresco di riconferma come allenatore dell’Entella anche nella prossima Serie B. Tipo pacato ed equilibrato, Castorina. Uno che “difficilmente parla di sé. Adoro stare con la mia famiglia, portare mio figlio a scuola ed aiutarlo a fare i compiti quando il lavoro me lo consente. Per il resto, mi piace giocare a tennis oppure passeggiare in riva al mare”.

Parola d’ordine “semplicità”. La sua voce ed il suo sorriso rispecchiano in pieno la sua filosofia di vita. Ma attenzione: altrettanto determinato e grintoso quando si siede in panchina. Saper motivare i propri giocatori toccando le corde giuste è una sua capacità innata. Dare la carica giusta. Per capirlo, basterebbe ascoltare il discorso pronunciato alla Primavera biancoceleste poco prima della finale di ritorno di Tim Cup contro la Roma. Tutto nel video qui sotto. A dirlo non siamo noi ma i risultati ottenuti in questo biennio di Primavera con due accessi consecutivi alle Final Eight – unica squadra di B – e con quella Tim Cup persa solamente di fronte alla Roma. La sensazione a Chiavari è che fosse solo una questione di tempo per quel Castorina biancoceleste prima da giocatore e poi da allenatore. Made in… Entella, in tutto e per tutto. Anche se forse nemmeno il diretto interessato si sarebbe aspettato una gratificazione del genere. Almeno, non così presto. A dir la verità, soprattutto negli ultimi due anni, ogni tanto tra me e me dicevo ‘Magari penseranno a me per la prima squadra’. Me l’auguravo, non me l’aspettavo di certo così presto. Per questo ringrazierò sempre l’amico ed allenatore Cristiano Bacci per aver creduto in me facendomi intraprendere questa strada quando per molti sembrava troppo presto per smettere di fare il calciatore. È stata una notizia lieta, un evento che mi ha reso fiero ma che vivo con totale serenità”.

Che soddisfazione questa chiamata. Una di quelle in cui sono le sensazioni stesse ad anticiparti la notizia tanto attesa non appena afferrato lo smartphone, ancora prima che venga pronunciata. “Quando ho ricevuto la notizia ho pensato subito a mio fratello Giuseppe: è stata la prima persona a cui l’ho riferita. Abbiamo un rapporto splendido e anche se lavora a Milano appena riesce a ritagliarsi del tempo viene a vedere le mie partite. Appena dopo ovviamente ho chiamato mia moglie, mio figlio e tutta la mia famiglia che ringrazio per essermi stata vicina sia quando facevo il calciatore sia in questi anni da allenatore. Per festeggiare nei giorni scorsi abbiamo organizzato una cena insieme anche ai miei genitori. Una cosa tranquilla, come piace a me”. Forse sì, era davvero già tutto scritto: non c’è altra spiegazione. “Sono curioso e soprattutto carico di emozioni. Penso che i risultati ottenuti in questo biennio abbiano riscosso grande interesse in società riguardo al mio lavoro. Sono sicuro però che non si sono limitati a guardare i risultati ma abbiano preso in considerazione l’intero mio percorso all’Entella che dura ormai da 10 anni – ha dichiarato in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com -. Ho ricevuto diverse richieste anche da Primavere importanti di squadre di Serie A ma la mia priorità è sempre stata crescere qui, in un club che mi sta a cuore. Lavorerò come ho sempre fatto cercando di trasmettere alla squadra spensieratezza e serenità”.

Anche se in realtà aveva già guidato la prima squadra nelle ultime tre giornate di B dopo l’esonero di Breda. Lì la società ha realizzato come probabilmente fosse pronto al salto di qualità. “Dico la verità, non ho trovato grosse differenze soprattutto per quanto riguarda gli atteggiamenti dei ragazzi. Certo, sul piano della comunicazione qualcosa cambia. Il mio sogno è questo e non guardo troppo lontano. Tra due mesi vorrei essere riuscito a creare un gruppo con obiettivi comuni ed unione d’intenti”. In casa Entella si programma già la prossima stagione. “Sono in contatto costante col nostro ds che sta già lavorando alla grande per trovare i giocatori che fanno al caso nostro. Faremo un acquisto importante per reparto ma senza fretta, tenendo la calma giusta perché non si deve sbagliare. Se dovessi indicare un giocatore che vorrei allenare direi… Caputo! Non lo dico per fare il ruffiano ma perché è un giocatore che ho sempre apprezzato e da quando lo alleno mi sono spiegato il perché dei suoi risultati raggiunti in questi ultimi 2 anni, visto come lavora ed aiuta la squadra”.

Per i tifosi dell’Entella è logico aspettarsi un occhio di riguardo da parte di Castorina per quei giovani provenienti dalla cantera biancoceleste proprio come lui. Per l’allenatore però, la distinzione tra vecchi e giovani non esiste perché guarderò come si alleneranno, per me l’atteggiamento in allenamento è fondamentale più dell’età: chi va forte, gioca. Sia che sia giovane sia che sia un po’ più ‘anziano’. Bisogna avere un gruppo solido formato da giocatori che vogliono conquistarsi una maglia da titolare. Ovviamente ci sono giovani che potranno fare bene, alcuni fanno già parte della prima squadra come i vari Mota, Di Paola e Baraye che hanno già avuto modo di farsi apprezzare; mentre altri come Cleur, Alluci, Puntoriere e tanti altri avranno la possibilità di farlo a breve oppure tramite un percorso di crescita attraverso un prestito in Lega Pro. Speriamo che uno di questi sia il nuovo Keita: magari Baraye stesso o Zaniolo, sperando che quest’ultimo, proprio come fece Keita, esploda al secondo anno di B”. Con un’ultima considerazione: “L’importante è che ai ragazzi venga data la possibilità di giocare ma anche di sbagliare: solo così potranno crescere”. Crescere insieme. Perché anche per Castorina stesso si tratta di un percorso di crescita. Nel quale il destino ha avuto la sua parte fondamentale. Lo stesso destino che quando si intromette in modo così evidente, difficilmente sbaglia.

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