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Torino, Mihajlovic e gli allenamenti senza falli: “Chi chiama il dottore, poi non gioca più”

“Attenzione alla Sampdoria, oggi sarà un banco di prova importante per la nostra difesa”. Ha le idee chiare Sinisa Mihajlovic alla vigilia di Torino-Sampdoria. Il suo Toro deve giocare bene, “non come Benevento”, se vorrà portare a casa il risultato. “Conosciamo i nostri punti forti e deboli” ha detto Mihajlovic in conferenza stampa alla vigilia della partita, “così i loro. Ma dovremo stare attenti. Abbiamo quattro gare importantissime, da domani fino alla sfida con il Verona fra due settimane: capiremo se ci potremo davvero divertire in campionato, pur essendo solo all’inizio. Domani? Giocheranno per me i migliori: al turnover penseremo volta per volta”.

Tra campo, amicizie e mercato, Mihajlovic parla anche dei due presidenti, Cairo e Ferrero: “La Samp sarà per sempre la mia casa: ho giocato 4 anni e allenato un anno e mezzo. Ho grandi ricordi e tanti amici, tra cui anche il presidente Ferrero. E così sarà sempre. L’anno scorso si è ricamato sul fatto che io fossi forse più affezionato a Ferrero che a Cairo, ma dopo il calciomercato estivo di quest’anno, Cairo è diventato il mio migliore amico. Zapata? Sì, poteva venire al posto di Belotti, se il Gallo ci avesse salutati. È forte, come Quagliarella. Per quello penso che domani la nostra difesa sarà davvero messa alla prova: incontriamo per la prima volta una squadra davvero molto impegnativa, in attacco“.

Attacco che però anche il Toro ha particolarmente competitivo. “Niang, però, avrà bisogno di tempo per arrivare al top della forma” è il monito di Mihajlovic, “e ai miei attaccanti ho parlato molto in settimana. Se dietro si lavora e si contrasta molto, i 4 davanti devono ripagare con i gol. Domani dovranno essere più continui e aggressivi. Compreso Belotti? Sì, compreso lui. Andrea sa che questa stagione non sarebbe stata semplice. L’anno scorso lui volava sulle ali dell’entusiasmo, nessuno gli chiedeva nulla e stupiva tutti. Quest’anno tutti si aspettano gol e prestazioni a ogni partita, e non è possibile. M deve stare tranquillo, giocare per la squadra, non perdere quei movimenti e quella generosità che sono le sue migliori caratteristiche. A me non serve che segni Belotti, ma che si vinca. A Benevento abbiamo perso 3-4 palle e non ha rincorso l’avversario, e non mi è piaciuto. Non è un problema di modulo: avendo un giocatore più vicino dovrebbe anzi avere più spazio. La crisi ci può stare, ma lo vedo che si allena bene, sta riprendendo quella forma e rabbia dello scorso anno. Non sono preoccupato. Ljajic? Sta facendo quello che ci aspettiamo. Se non lo fa, possiamo anche cambiare modo di giocare…“.

Si parla a lungo anche della moviola in campo e del fair play: “In Italia è difficile arbitrare”, dice Mihajlovic. “I giocatori si buttano più per terra, il ritmo è meno alto, la squadra butta la palla fuori e non va bene. Non è fair play questo. Deve essere l’arbitro a fermare il gioco: lo stadio fischia, i giocatori si lamentano. Deve cambiare la mentalità in tutto. Io vedo gli arbitri dirigere bene fuori dall’Italia perché non hanno le pressioni che ci sono qui. Ora il VAR è appena stato introdotto: il meccanismo migliorerà, anche perché si perde troppo tempo e non va bene. Ma per me è una cosa positiva: va capito quando usarlo, ma poi deve cambiare la mentalità. Nei miei allenamenti si gioca senza falli: chi cade a terra e non si rialza, e si fa vedere col dottore, poi esce e non si allena più. Così si abituano. Io dico sempre di continuare, poi va così: a volte anche gli allenatori si lamentano tra loro. Ma questo non è fair play, va inculcato ai giocatori e bisogna dare il giusto esempio: la regola è che si deve continuare a giocare, perché allora si butta via la palla?”.

Infine, Miha lancia un appello a tutto l’ambiente: “Mi sono preso le responsabilità sull’Europa, ho detto che se non ci andiamo sarà colpa mia. Ma non ho detto che sarà facile. Anzi, penso che sia estremamente difficile. Le squadre sopra di noi han fatto molti più punti, anche se la differenza di valori non era così netta. Recuperare questo gap non sarà facile, ci sono squadre abituate a giocare così. Ma non mi nascondo: noi possiamo farcela, ma ora è il momento dei fatti, non delle parole. Non voliamo con la fantasia, pensiamo gara dopo gara, e alla fine faremo i conti”.

A cura di Valentino Della Casa