Tedino vuol mettersi il Cittadella alle spalle: “Voglio un Palermo compatto. Embalo e Murawski sono in dubbio, basta discutere Posavec”
Come si supera la batosta casalinga col Cittadella: “Conosco un solo modo, lavorare e mettersi tutto alle spalle”. Il mantra di Bruno Tedino è chiaro, la speranza è quella che i suoi giocatori, stavolta, recepiscano il messaggio. Il Palermo di lunedì è stato troppo brutto per essere vero, quello di domani ad Avellino dovrà cambiare rotta per dimostrare di essere incappato in uno scivolone episodico. Anche perché il timore dei fantasmi di un anno fa è ancora vivo: “Non credo ci siano scorie dell’anno passato, saremmo molto deboli se fosse così. Devo essere bravo sul presente e nel presente, in questa partita, siamo stati tutti sottotono. Non credo che questo sia un discorso retrogrado, ma che nei momenti di difficoltà non sempre siamo stati eccellenti. Però a Pescara abbiamo recuperato in tre minuti, con Cremonese e Pro Vercelli abbiamo ribaltato la partita. Forse non siamo stati incisivi in partite determinanti, dobbiamo essere bravi a ricompattarci e cercare di giocare un calcio più dinamico ed aggressivo”.
Senza lasciarsi influenzare dalle vicende che vedono il Palermo “colpito” da un’istanza di fallimento, per la quale il 7 dicembre si terrà l’udienza: “Siamo sicuri che non ci sia alcun tipo di problematica dal punto di vista societario – afferma Tedino -. Quel che mi è piaciuto del pubblico è stato l’ingresso della tifoseria organizzata e la loro spinta anche quando perdevamo 2-0 o 3-0. Quel che mi è dispiaciuto, semmai, è non aver dato loro una vittoria importante”. E della squadra? “Lo spogliatoio è compatto, sono molto leale con i giocatori. Delle volte serve alzare la voce, una persona che mostra gli attributi però non ha bisogno di scalciare una bottiglia o tirare una cattedra. Lo si mostra con le scelte, come ho sempre detto in faccia alla squadra e allo staff. Nell’arco della stagione ci saranno momenti difficili e difficilissimi, o buoni e buonissimi. In quelli buoni è giusto alzare i toni ed essere più disponibili a ricevere, in quelli di difficoltà serve anche intelligenza. Se devo dire qualcosa a qualcuno, lo faccio senza problemi, sia che si chiami Nestorovski, sia che si chiami Maniero”.
Sono semmai altri, i problemi che affliggono Tedino. Gli infortuni in primis, con altri due nomi in lista: “Murawski è uscito dal campo lunedì con un’infiammazione piuttosto pesante al tendine rotuleo, non si è mai allenato per tutta la settimana e valuteremo. Embalo si è svegliato stamattina con una caviglia dolente e vedremo anche con lui se convocarlo o meno”. Due tegole mica da ridere, per una squadra accusata da Zamparini di non avere una condizione atletica all’altezza: “Non credo che una settimana possa bastare per cambiare lo stato generale di un atleta – prosegue Tedino -. Lo strumento migliore per valutare non è certamente il GPS, che ti aiuta a valutare la forma esclusivamente fisica, ma nel calcio comandano il cuore, la testa e la bava alla bocca. Queste cose il GPS non le valuta. Ci basiamo tanto sui principi che trasmettiamo ai giocatori e di questo non siamo stati contenti”. Infine, nessun dubbio su Posavec: ” Qualunque cosa faccia, è sempre messo in discussione. Questo non riesco a concepirlo, perché non siamo dei deficienti che fanno giocare un portiere scarso per far contento chissà chi. La società è contenta se si vincono le partite, non se gioca qualcuno al posto di un altro. Gli alti e bassi li ha Donnarumma, il portiere italiano più forte dopo Buffon”.