Stellone, ascolta papà Gaetano: “Orgoglioso di vederlo a Bari, ha la grinta giusta”
“Mai avrei pensato di vederlo allenare così presto: si è calato subito nel ruolo, è stato una sorpresa sin dal primo giorno con la Berretti, ha disciplina, metodo e idee”. Copyright di Gaetano Stellone, ex ala con il vizietto del gol con le maglie di Barletta, Messina, Palmese, Bari, Lazio, Chieti, Martina Franca, Fermana, Potenza e Giuliano, noto anche come il papà del nuovo allenatore del Bari, Roberto. Un legame sempre vivo quello degli Stellone con la città di San Nicola: papà Gaetano ci è nato – “Sono della città vecchia, a nove mesi mio papà è stato trasferito a Barletta e sono cresciuto lì”- e racconta a gianlucadimarzio.com di essere “orgoglioso di vedere Roberto alla guida di una squadra così importante: quando abbiamo saputo che era maturata questa possibilità siamo stati subito felici: non volevo condizionare mio figlio, ma lui sa quanto ci emoziona vederlo su quella panchina”.
Puglia, terra anche dei primi danni fatti…in casa: “Da ragazzino era già innamorato del pallone, trascorreva ore a giocare e anche a immaginare partite. Roberto ha un fratello più grande, non sa quanti quadri abbiamo dovuto buttare a casa. Aveva già una bella castagna con il mancino. Quando a Barletta lo portavo al campetto dei Cappuccini, a 8-9 anni, già si era fatto notare dai miei amici: giocava a calcetto e faceva la differenza con quelli di 13-14 anni”.
Stellone senior oggi vive tra Ciampino e Terracina e svolge l’attività di agente di commercio per la vendita prodotti parafarmaceutici. Lui ala, suo figlio centravanti: “Saremmo stati una bella coppia d’attacco, l’ideale sarebbe stato giocare insieme: i miei cross per i suoi colpi di testa” ci scherza su. “Ma Roberto è molto più forte, aveva tutto: sinistro, corsa, tecnica ed elevazione”. Lodigiani, Parma, Lecce, Napoli, Reggina, Genoa, Torino, Frosinone: allo Stellone jr. calciatore le sfide sono sempre piaciute. “Lui vive di quello – rincara la dose Gaetano – si esalta quando ci sono difficoltà. A Frosinone ha avuto fiducia dall’ambiente, gli hanno dato subito la guida della Berretti e lui non ha esitato un attimo: pronti, via e hanno vinto il titolo nazionale”. Il carattere? Non gli ha fatto mai difetto: Roberto pianse quando gli dissero che era troppo piccolo per un provino con Morrone per le giovanili della Lazio”. Doppio salto con i canarini dalla Lega Pro alla A, poi la retrocessione con onore: “Mi sono commosso per quegli applausi al termine di Frosinone-Sassuolo 0-1 – spiega Gaetano – era segno del fatto che il pubblico aveva riconosciuto l’abnegazione di quella squadra”.
Estate, tempo di calciomercato, idee e moduli. Nel mondo degli Stellone’s le idee sono chiare: prima gli uomini e poi i numeri. Sarà così anche a Bari. “Quello di Roberto è un 4-4-2, ma vuole calciatori molto duttili. All’occorrenza può passare al 4-3-3, ma ogni modulo ha dei pro e dei contro. Lui a Frosinone ha adottato il 4-3-3 dopo il 2-5 incassato in casa dal Napoli, ma l’anno scorso in A hanno giocato davvero tante belle partite: dallo 0-0 del Matusa contro la Fiorentina, fino al 3-3 di San Siro contro il Milan. Ma abbiamo messo in difficoltà la Juventus, l’Inter in casa, anche la stessa Roma e nel derby con la Lazio”. L’orgoglio sprizza dalle parole di Gaetano. “Ci davano tutti per spacciati da ottobre, invece ce la siamo giocata fino alla penultima giornata. Abbiamo preso 14 legni in tutta la stagione, un record di sfortuna”. Segreti? Nessuno, anzi uno. “Roberto ha preso il peggio dai suoi allenatori del passato e cerca di non metterlo in pratica”. Di quali? “Non lo dico”. Il modello di riferimento, però, si può svelare: “Direi Alberto Zaccheroni, conosciuto a Torino: è un allenatore al quale si è ispirato molto”.
Stellone jr. ha 38 anni, ancora per qualche giorno (il 22 luglio saranno 39, ndr). Mese più, mese meno, la stessa età di Antonio Conte al suo arrivo a Bari. Ali alte, punte vicine e difesa corta. Similitudini che alimentano le suggestioni: “Roberto ha la stessa grinta e come Conte lavora molto sull’intensità che dà ai giocatori-spiega Gaetano-per come la vedo io, puoi applicare tutti i moduli che vuoi, ma se non mordi l’avversario e non arrivi prima sulle seconde palle, alla fine è difficile vincere la partita. A pelle, Roberto ha nel sangue qualcosa del modo di allenare dell’ex Ct dell’Italia”. Se son rose…fioriranno in biancorosso. Ad agosto, intanto, papà Gaetano già ha prenotato un posto in tribuna per l’esordio al San Nicola: “Ci sarò sicuramente, e finalmente non più da avversario. Ricordo un’amichevole Barletta-Bari, giocata nel 1971. Giocavo nel Barletta in quarta serie e il Bari era in B: vincemmo 4-2 e segnai una doppietta. A Bari qualcuno si ricorda di me (ride, ndr). Ora speriamo che negli anni si ricordino di Roberto. Glielo auguro”.
LUCA GUERRA