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Song e l’avventura da brividi in Russia: “Stavo impazzendo”

Il centrocampista ex Barça ed Arsenal racconta la sua esperienza da brividi in Russia, tra depressione e problemi economici

Senza soldi, senza casa, senza amici e senza svaghi. Quattro privazioni, queste, che difficilmente possono presentarsi nella vita di un calciatore, per quello che può essere l’immaginario collettivo. Quanto capitato ad Alex Song, però, pare essere proprio in linea con quegli standard. Intervistato dal The Telegraph, il centrocampista ex Arsenal e Barcellona ha raccontato i suoi trascorsi da incubo al tempo in cui militava nel Rubin Kazan: “Ho praticamente perso un anno della mia carriera in Russia. Quando ho firmato il contratto mi avevano detto che avrei avuto una casa, ma i mesi passavano ed io non ricevevo nulla. Alla fine, dopo che mi avevano portato via dall’albergo, ho dovuto dormire nel centro sportivo del club, mentre loro mi dicevano che bisognava aspettare che la casa fosse finita. Quando parlai con delle persone incaricate per il progetto, però, mi dissero che nessuno gli aveva chiesto nulla“.

C’erano dei buoni ristoranti e le persone erano gentili, ma non uscivo mai perché non avevo amici. Mangiavo sempre da solo, al centro sportivo. Stavo impazzendo, ma non ho pianto. Ero, però, molto stressato“. Una avventura da brividi per il mediano, che ha accusato anche qualche problema economico: “Quando hai delle ipoteche ed altre cose, devi pagare le tue bollette. Avevo un mutuo a Londra, e la banca mi chiedeva dei soldi. Non mi sono mai dovuto preoccupare troppo del denaro nella mia carriera, ma all’improvviso avevo delle banche che mi pressavano e mi chiamavano di continuo. Non potevo dire alla gente che non stavo bene, dovevo essere positivo per non far star male chi mi circondava, in particolare mia moglie e i miei due ragazzi a Londra“.

Sarò andato al ristorante due o tre volte durante tutta la mia permanenza a Kazan. Consumavo tutti i miei pasti al centro sportivo: erano buoni, ma ero solo. Occupavo il mio tempo standomene seduto nella mia stanza, senza neanche accendere le luci. Stavo con il mio pc, con la tv spenta perché non capivo nulla della televisione russa. La mia vita passava tra computer e cellulare, e questo non era salutare“. A fine gennaio 2018, però, è arrivata la rescissione con il Rubin. La fine di un incubo per Song, che ad agosto dello stesso anno firmò un contratto con gli svizzeri del Sion. Non prima, però, di aver recuperato tutti i soldi che gli spettavano per la sua permanenza in Russia. “In Svizzera sto bene, la mia famiglia è qui con me. Adesso che sto giocando posso dirmi di nuovo felice“.