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Esteta, visionario, inimitabile: 31 anni di un sogno chiamato Milan, missione compiuta presidente Berlusconi

Il rumore degli elicotteri di quel giorno di luglio del 1986 all’Arena di Milano adesso ha lasciato il posto al cinguettio di un tweet: “Da oggi costruiamo il futuro. Passo dopo passo torneremo sul tetto del mondo”. Evoluzione social – quasi a voler rimarcare il segno del tempo che passa – e sguardo proiettato a un orizzonte rossonero: una nuova era appena iniziata ma già destinata a fare i conti con un passato così glorioso che quasi diventa ingombrante. Perché il viaggio di Silvio Berlusconi è stato irripetibile, semplicemente inimitabile: 31 anni da Luna Park, una giostra di emozioni che adesso compie il suo ultimo velocissimo giro negli occhi e nei cuori di chi il rossonero lo ha avuto come fede, ma anche di chi, solo da avversario o da semplice appassionato, quei colori li ha ammirati con incantevole meraviglia, a tratti stupore. In Italia, in Europa, nel mondo. Da quel 20 febbraio 1986 – giorno in cui salvò il Milan dal fallimento – niente è più stato lo stesso. Coppe, sogni, scudetti, successi, trofei, emozioni. Ogni cosa ha assunto un sapore diverso, speciale. Perché Silvio Berlusconi non si è accontentato di vincere, è andato oltre, è stato capace di fare molto di più. Berlusconi ha innovato, Berlusconi ha rivoluzionato, Berlusconi ha entusiasmato. Mai nessuno come lui.



La mission di Berlusconi – “Vincere e convincere attraverso il bel gioco: in Italia, in Europa e nel mondo”, la mission all’epoca sembrava utopia. Oggi che abbiamo la fortuna di poterci voltare all’indietro potendo osservare tutto quello che è stato fatto, sappiamo che quel sogno è divenuto realtà. Esteta di un calcio che oggi non esiste più, Silvio Berlusconi. Folle sognatore visionario in un’epoca in cui al suo Milan tutto è stato concesso: anche essere bello, vincente, desiderato. A tratti così superiore gridare sfrontatezza, innescare invidia, divenire insaziabile. Specchio riflesso dello spirito del suo presidente. Como, Barcellona, Tokio, Vienna, Atene, Manchester, Yokohama, ancora Atene e per concludere Doha: solo alcune tappe di una luna di miele irripetibile durata 31 anni e divenuta già leggenda. Sì, anche Marsiglia e Istanbul o gli ultimi cinque anni vissuti con le idee offuscate e senza lo splendore dei tempi migliori, ma con lo stesso orgoglio e la stessa identica fierezza di sempre: trovate voi un amore che non abbia mai vissuto un momento di crisi, provateci pure, non ci riuscirete.



Il saluto del presidente –Non potrò mai dimenticare le emozioni che il Milan ha saputo regalarmi e regalare a tutti noi. Il mio grazie dal più profondo del cuore va ai nostri tifosi: ai milioni di appassionati che hanno riempito gli stadi di tutto il mondo per gridare Forza Milan. Senza di loro, il nostro Milan vincente non sarebbe esistito e non esisterebbe. Con loro abbiamo vinto tutto quello che si poteva vincere. A loro voglio dire che rimarrò sempre il primo tifoso del Milan, la squadra che mio padre mi insegnò ad amare da bambino, il sogno che abbiamo realizzato insieme”, l’ultimo indelebile saluto. Con gli occhi lucidi, la testa alta e la consapevolezza di aver trasformato l’utopia in realtà. 31 anni dopo, missione compiuta presidente Berlusconi.