Riecco Sodinha: “Voglio riprendermi la B. E al ritiro non penso più”
Nel gennaio del 2016 Felipe Sodinha annuncia il ritiro. Il fisico non regge più, meglio farla finita col calcio giocato. Oggi è tornato. Con gli stessi piedi, da fenomeno, ma con un’altra testa. E con un fisico che, per ora, regge: questo no, non da fenomeno, ma tutt’altra cosa rispetto ai tempi di Brescia o Trapani. A trent’anni sta meglio di quando ne aveva venti. E in campo si vede. Domenica ha segnato il secondo gol con la maglia del Modena, contro l’Arzignano: punizione centrale ma terribilmente potente. Sia chiaro, il portiere non c’entra. Tutto merito suo: “È partita troppo forte e l’ho presa troppo bene. Poi ho pure centrato la porta…”, le sue parole rilasciate in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com.
A guardarlo giocare sembrerebbe non c’entrar niente con la C. Lo dice chiunque l’abbia visto almeno una volta. Salta uomini, spacca porte, produce assist. Non dura novanta minuti – chiaro – ma… poi sarebbe troppo facile. Eppure lui, in C, non si sente mica una star. Anzi, gli sembra pure più difficile della B. O quantomeno diversa, tanto: “Giocare in questa categoria non è semplice. Ho provato sia la A che la B… lì c’è più spazio per pensare, le giocate ti vengono più facili. In C e D arrivano palloni sbagliati, hai tutti addosso, impari altri movimenti. È un’altra cosa, completamente diversa”. Non lo dice perché deve, ci crede davvero. Si percepisce.
Tutto vero, ma in B ci starebbe ancora bene. Lo pensa chi l’ha visto giocare e lo sa perfettamente anche lui: “L’obiettivo è quello, salire di categoria. Sto bene, sono ripartito con la mentalità giusta. Voglio tornare in B, poi non so se ci riuscirò o meno, ma farò di tutto per farcela”. Felipe in B vuole tornarci davvero. L’impressione è che il peggior difetto della sua carriera sia diventato la sua più grande forza. Determinazione e testa. A mettergliela a posto ci ha pensato sua figlia. Che gli ha cambiato la vita, fuori e dentro il campo: “Chi non ce l’ha non può capire. Da quando è nata faccio tutto per lei, per darle un’educazione e un futuro. Non pensi più alle serate, ma pensi a lei che ti aspetta a casa dopo la partita”.
Il pensiero stuzzica, con un figlio a 18 anni poteva essere un’altra storia. Probabile: “Sicuramente con la testa di oggi avrei potuto continuare in Seria A. Però non mi pento di niente. Ero giovane, da solo e venivo da una famiglia e un posto poveri. Non avevo mai avuto soldi prima… ho sbagliato nelle scelte di vita, non do colpe agli altri. Prima ero un ragazzino, ora ho imparato a vivere”. A proposito di Serie A, specifica sotto richiesta: “Mi vedrei bene al Milan. Perché? Perché sono milanista!”. Il dieci, i numeri, la maglia gialla e il Milan. Brasiliano modello.
“O genio da bola”, al Braglia c’è chi lo battezza così. È un tifoso, che si è innamorato di lui e che da tempo non tifa una squadra. Tifa Sodinha. “Lo conosco, la prima volta che l’ho visto giocavo al Mantova. Aveva la maglia del Brasile, disse che era il mio primo tifoso. Lo vedo ancora a tutte le partite, sempre con la maglia del Brasile, che porta uno striscione con scritto il mio nome e… O genio da bola”. Il genio del pallone. Esagerato? Magari sì, ma anche no. Perché Felipe, col pallone, fa davvero numeri incredibili. E pensare che quattro anni fa lo aveva lasciato, il pallone: “Avevo deciso di ritirarmi, è vero. Ma ora sto bene, è presto per smettere. Non voglio nemmeno pensarci a quello”. Ecco, così va meglio: niente pensieri di ritiro. La storia continua, per fortuna.
A cura di Lorenzo Del Papa