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Tra Udinese e Svizzera, Widmer: “Ora voglio la Champions con il Mainz”

Silvan Widmer, terzino del Mainz

Il sogno Champions League con il Mainz, i ricordi all’Udinese e le gioie con la nazionale svizzera: la nostra intervista a Silvan Widmer

L’italiano lo ricorda ancora perfettamente, tanto da chiederci di poterlo parlare con lui durante l’intervista. Sono passati 7 anni da quando Silvan Widmer ha lasciato l’Udinese e il nostro paese. Chiacchierandoci, non sembrerebbe. Certo, dei ripassi in questo periodo ci sono stati: “Ascolto spesso musica italiana, un paio di anni fa sono andato anche a un concerto di Eros Ramazzotti“, racconta a gianlucadimarzio.com.

Italia, per lui, fa rima con Udine: “Sono stato molto bene. Lì ho anche imparato a giocare a golf, che oggi è una delle mie passioni“. Cinque stagioni, dal 2013 al 2018, con 5 gol e 18 assist in 141 partite. Un contributo importante per la squadra e per… i fantallenatori: “C’era chi mi scriveva per spronarmi a fare bene perché mi avevano in rosa, ma c’era anche chi mi scriveva per chiedermi un autogol o un espulsione perché mi avevano contro. Mi faceva molto ridere“.

Negli anni a Udine, Widmer ha condiviso lo spogliatoio con diversi giocatori importanti: “Bruno Fernandes e Zielinski mi impressionavano. Rendevano facili le giocate difficili, con una calma incredibile anche quando erano sotto pressione“. Impossibile però, non parlare di Di Natale: “Totò era il più forte di tutti. Poi era un grande capitano, dentro e fuori dal campo, riusciva sempre a tenere il gruppo unito. L’ho incontrato un paio d’anni fa in vacanza, abbiamo cenato insieme. È una persona eccezionale“. Tra i ricordi friulani, c’è spazio anche per qualche allenatore: “Guidolin mi ha aiutato molto nella mia crescita, così come anche la coppia Stankovic-Stramaccioni. C’è stato poi Oddo che mi ha dato molti consigli sulla fase difensiva che applico tutt’oggi“.

Widmer: “Mainz? Crediamo alla Champions League”

Come possono cambiare le cose in un anno? Chiedetelo al Mainz. I ragazzi di Bo Henriksen, a 7 giornate dal termine della Bundesliga, sono terzi in classifica e in piena lotta per la qualificazione alla prossima Champions League. La stagione scorsa, allo stesso punto del campionato, si trovavano al terzultimo posto: “Nessuno si aspettava di vederci in questa posizione a fine marzo – commenta Widmer – Stiamo facendo qualcosa di incredibile, ma con pieno merito. Giochiamo un bel calcio, la gente si diverte a vederci giocare. In spogliatoio parliamo della Champions League e della possibilità di qualificarci, non ci diamo limiti. Ma è importante tenere i piedi per terra. Abbiamo giocatori forti individualmente, ma nessun fuoriclasse, quindi dobbiamo trovare la nostra forza nel gruppo, insieme“.

In questa stagione, nonostante sia il capitano della squadra, il classe ’93 sta trovando meno spazio del previsto. 21 le presenze in Bundesliga, di cui però solo due da titolare: “Capisco le scelte del mister. Quelli che stanno giocando stanno facendo molto bene, meritano di essere titolari. Io da capitano so come dare il mio contributo ed essere importante“.

Gli eroi del Mainz (IMAGO)
Esultanza Mainz (IMAGO)

“Il gol all’Italia è il più bello della mia carriera”

Un altro capitolo importante per Widmer è quello dedicato alla nazionale svizzera, con cui ha giocato due Europei e due Mondiali e segnato quattro reti. Di queste, ce n’è una che ricorda particolarmente: “Contro l’Italia, nelle qualificazioni a Qatar 2022, ho segnato il gol più bello della mia carriera. Noah (Okafor, ndr) mi ha servito un bel pallone ai 16 metri e io ho calciato di prima senza pensarci. Un tiro imparabile, anche per uno forte come Donnarumma. Quella partita era decisiva, abbiamo sofferto un po’ ma alla fine penso che abbiamo meritato il primo posto nel girone“.

Il momento più alto però, è la vittoria contro la Francia agli ottavi di finale di Euro 2020: “Wow, indimenticabile. Loro davano l’impressione di essere imbattibili, poi dopo che abbiamo sbagliato un rigore e preso due gol sembrava finita. Invece siamo arrivati fino ai rigori“. Istantanee di emozioni: “Prima dell’ultimo penalty di Mbappé sapevamo che se sbagliava avevamo vinto. L’arbitro, prima di farlo calciare, è venuto da noi e ci ha chiesto di non festeggiare prima del controllo VAR. Ovviamente, appena Sommer ha parato, ci siamo dimenticati di tutto e siamo corsi verso di lui. Meno male che era tutto regolare…“.

Soddisfazioni inspiegabili, in attesa di raggiungere grandi traguardi anche nel club. Ma anche se non dovessero arrivare, per Silvan va bene così: “Sono molto felice del percorso che ho fatto. Non ho mai giocato in squadre blasonate, ma dove sono stato ho sempre avuto un ruolo importante. Non ho nessun rimpianto“.