Sergio Ramos mette la freccia, Carrasco riporta in gara l’Atletico: ma ai rigori Ronaldo regala l’Undecima al Real Madrid
Come a Lisbona, certo. Ma la trama è molto diversa perché al Real Madrid servono addirittura i calci di rigore per portare a casa l’Undecima Champions League della sua storia.
Per l’Atletico si mette subito male e Oblak deve fare un miracolo di piede per evitare la rete lampo del Real Madrid. Ma la squadra di Simeone praticamente in campo non c’è. Merito di Modric e Kroos che in mezzo al campo fanno un po’ quello che gli pare: portano palla, allargano la manovra, alzano e abbassano il ritmo portando a spasso i centrocampisti dell’Atletico che finiscono per non vederla mai.
E allora non si stupisce quasi nessuno quando Sergio Ramos pensa bene di entrare nella storia diventato il primo difensore a segnare in due finali di Champions. Come a Lisbona, potrebbe pensare banalmente qualcuno. Dal momento che due anni fa fu la rete del capitano a riportare in vita i Blancos mandando la partita ai supplementari(poi decisivi per la vittoria della “Decima”), ma stavolta il suo gol regala a Zidane solo un’illusione che dura poco più di un’ora.
E pensare che il Real Madrid praticamente gioca in 10 per tutta la partita e l’uomo in meno è Cristiano Ronaldo che come promesso da Zidane alla vigilia parte dall’inizio, ma le sue condizioni fisiche sono palesemente precarie. E allora l’attacco del Real è tutto sulle spalle di Bale che evidentemente nelle finali di Champions tende ad esaltarsi. Questa volta tira fuori una prestazione stile Tottenham alternando accelerazioni da ala a recuperi difensivi da terzino.
Nella ripresa il Real esce vivo dal momento migliore dell’Atletico che ritorna dagli spogliatoio con un piglio alla Simeone e chiude gli avversari nella loro metà campo. Pepe stende ingenuamente Torres e regala un rigore solare all’Atletico. Dal dischetto Griezmann preferisce la potenza alla precisione e stampa un missile sulla parte bassa della traversa. Da questo momento il Real esce dall’affanno e sfiora il raddoppio con Benzema – che calcia su Oblak – Casemiro e Ronaldo, entrambi imprecisi al momento di buttarla dentro.
Ma questa è un po’ una sfida tra due scuole di calcio agli antipodi. Da una parte “tutti per uno”(il Cholo Simeone), dall’altra “uno per tutti”(Cristiano Ronaldo). E al momento che conta tutti i nodi vengono al pettine. CR7 passeggia svogliatamente per il prato di San Siro con l’atteggiamento di chi doveva essere in campo a prescindere dalle sue precarie condizioni e alla lunga finisce per diventare un peso, mentre il Cholo ha la pazienza di aspettare e la saggezza per saper invertire la rotta. Tra primo e secondo tempo si accorge che il suo centrocampo è in continua apnea e decide di cambiare modulo: fuori Augusto e dentro Carrasco. Una mossa che paga dal momento che è il belga a regalare all’Atletico la gioia del pareggio.
L’1-1 resiste anche nei supplementari, durante i quali a parte qualche fiammata di Carrasco succede pochissimo. Le sorti di questa finale tutta madrilena vengono decise ai calci di rigore e l’ultimo sigillo lo mette proprio Ronaldo che non sbaglia il quinto tiro dal dischetto dopo l’errore di Juanfran.