Scuffet: “Lazio stai attenta, vogliamo stupire. Qui ho ritrovato la felicità”
Il portiere classe 1996 oggi è il numero uno del Cluj e il prossimo 16 febbraio affronterà la Lazio nei playoff di Conference League
Lo sguardo appena si apre la videochiamata lo racconta già. Timido, sulle sue, ma con gli occhi sempre attenti e vigili. Prima fotografia. Simone Scuffet risponde da casa sua a Cluj, Romania, dove ha ritrovato il sorriso e quella continuità che gli mancava da tempo. Isola felice nell’est Europa. “Sono rimasto stupito dalla città, mi ha sorpreso in tutto, non solo dal punto di vista calcistico. Posso dire che sono di nuovo felice”. Gli serviva solo un po’ di fiducia. A febbraio affronterà la Lazio di Sarri nei playoff di Conference League. “Siamo pronti a stupire. Daremo tutto”. Ci torneremo.
Ma andiamo con ordine. Sono passati 8 anni dal giorno dell’esordio di Simone in Serie A, un Udinese-Bologna in cui Guidolin decise di dargli una chance. Brkic si fa male nel riscaldamento e quindi tocca a lui, non ancora 18enne. ‘Sei pronto? Oggi giochi tu’. Clean sheet e sette in pagella. Promosso. “È stata una sorpresa anche per me, soprattutto perché non avrei dovuto giocare. Successe tutto in pochi minuti. Da lì in poi è stato un crescendo di cose belle, una grande partita contro l’Inter, poi la Nazionale…”. Mentre lo racconta si percepisce l’emozione, gliela leggi in volto. D’altronde era un ragazzino che non aveva ancora la patente. “Mi ricordo la prima volta che vidi Buffon, non volevo crederci. Gli chiesi la maglia, ma l’ho fatto ogni volta che ci siamo incrociati e lo farei anche se ne avessi già cento. È stato ispirazione, riferimento e guida. Prima dalla televisione poi da compagno in nazionale.” Sogni di una vita che si realizzano.
Oggi Scuffet è il portiere titolare del Cluj, squadra terza nel campionato rumeno che nei playoff di Conference affronterà la Lazio. “Loro sono favoriti ma dovranno stare attenti. Noi daremo il massimo e proveremo a sfruttare ogni occasione. Sai la palla è rotonda e se uno sbaglia l’approccio alla partita…può succedere di tutto.” Per Simone contro i biancocelesti sarà una partita speciale, una sfida a distanza – da portiere a portiere – con un vecchio amico. “Con Provedel ci conosciamo da tanti anni. Ci siamo allenati insieme all’Udinese, lui era in Primavera, mentre io ero ancora negli allievi. Siamo cresciuti nella stessa zona, sia con lui che con Meret e Vicario. Ci lega una bella amicizia. Gli chiederò la maglia a fine partita”.
A Meret, in particolare, lo lega un ricordo di quelli che ti strappano un sorriso quando ti guardi indietro e ci ripensi. Uno lo sparapalloni, in un campetto sperduto della Donatello, società satellite dell’Udinese, e un gara continua tra due giovani numero uno. “Ci siamo conosciuti li, passavamo giornate ad allenarci insieme . Poi siamo passati entrambi all’Udinese e abbiamo fatto fatto tutta la trafila delle giovanili. Ci siamo sentiti l’altro giorno subito dopo i sorteggi, c’è un ottimo rapporto. Spero di affrontarlo in futuro, magari dopo aver battuto la Lazio”.
Oggi Simone ha ritrovato sicurezze, lontano dalle pressioni e dalle aspettative che si erano create in Italia dal momento del suo esordio in poi. “Sono state scritte tante cose sbagliate, non vere. Come quella dell’Atletico Madrid. Poi uno prova anche a smentire o chiarire la situazione, ma ormai la gente ha un’idea ed è difficile cambiarla. Io penso di essere stato trattato in un modo diverso dagli altri. Già quando avevo 18 anni c’era la pretesa che non sbagliassi mai, come fossi un fenomeno che non poteva fare errori. Invece ne ho fatti, ma credo faccia parte di un percorso. Credo che tutto il contesto non mi abbia aiutato, lo vedevo anche quando andavano fatte delle scelte. Ma non sono qui a cercare alibi. Sull’Italia ti dico che seguo e guardo il campionato, ma so che ogni cosa che verrà in futuro passerà dalle mie prestazioni qui. Sto benissimo e non vedo l’ora di poter aiutare la squadra”. Idee chiare e voglia di stupire, deviando in corner etichette e pregiudizi. Simone è pronto a bloccare, in presa sicura, le paure e ripartire dal Cluj. Magari già a partire da febbraio, quando tornerà in Italia per la prima volta da avversario.