“Rigori? Mi diverto pure a tirarli”. Cagliari, riecco l’Uomo Cragno
“Tanto te lo paro…”. Quinto rigore parato nell’ultimo anno per Alessio Cragno, lo specialista dagli undici metri. Da brutto anatroccolo a eroe della Sardegna Arena, il portiere del Cagliari è ormai una certezza per i rossoblù e per tutti i fanta-allenatori. Il venti settembre scorso Alessandro Matri il primo a piegarsi, poi tante “vittime” illustri tra le quali Diego Perotti e Fabio Quaglierella. Ieri è toccato a Kownacki, che poco prima dell’esecuzione è stato avvertito dall’Uomo Cragno, che di perdere proprio non voleva saperne. Parare rigori dagli 11 metri è ormai la specialità della casa: il primo il 26 dicembre 2013, ad appena 18 anni…
Esordio in serie A shock quattro anni fa, nella difesa zemaniana 14 presenze e 27 reti subite, la media di due gol a partita. Si sa, la serie A è un’altra cosa, San Siro e l’Olimpico teatri ben diversi dai campetti in cui Alessio ha mosso i primi passi con la Polisportiva Sieci, nella provincia fiorentina, appena tre anni prima. E non erano certo bastati i due campionati di cadetteria con la maglia del Brescia e tutta la trafila delle nazionali giovanili, dalla Under 17 fino all’Under 21. Tre stagioni per “spiccare il volo”, promessa mantenuta da Alessio, che adesso punta a prendersi un posto da protagonista anche nella Nazionale maggiore. “Un passo alla volta, sono un tipo paziente. Un mio pregio è il fatto che cerco di essere sorridente e di prendere in modo positivo tutto ciò che faccio. Un difetto, forse, che sono eccessivamente perfezionista e autocritico e a volte anche un po’ permaloso. Io pazzo? Penso che per pazzia si intenda il coraggio, perché mettere il volto, la testa, le mani, lì dove gli altri mettono i piedi è sicuramente una bella dimostrazione di coraggio. Non a caso tra i miei idoli c’era Higuita: gli altri sono Iker Casillas e Gigi Buffon“.
“La scelta di fare il portiere – raccontò Cragno a GianlucaDiMarzio.com – è nata per caso. Quando mi sono iscritto alla scuola calcio del mio paese, nella prima partita che ho fatto mancava il ragazzo che faceva il portiere e hanno messo me. Il ruolo mi è piaciuto, mi sono divertito e loro hanno visto che ci potevo stare e da li è iniziato tutto. Il giorno che è arrivata la chiamata del Brescia ho provato una grande soddisfazione e felicità, stavo realizzando il mio sogno di diventare un calciatore. Poi ovviamente c’era anche la preoccupazione di andare a vivere da solo, o in convitto, comunque lontano da casa. Avevo 16 anni e quindi un po’ di timore c’era, però è una scelta che rifarei senza dubbio”. D’altronde Alessio è sempre stato un ragazzo “speciale”: “Sono riservato e non mi piace mettere in piazza la mia vita privata. Uso poco i social e uso internet per studiare allenamenti e altri portieri. Perché il 17? Mi piace andare controcorrente. E poi non sono scaramantico“.
L‘”uomo Cragno” si sta specializzando anche in un altro fondamentale, alla Chilavert o alla Rogerio Ceni. Si diverte a calciare punizioni in allenamento e a tirare anche i rigori. Ma per ora non è ancora arrivato il momento di farlo in partita. Chissà che prima o poi non diventi uno “specialista” totale…