Ieri Galácticos, oggi in panchina: il Real Madrid del 2002, una fabbrica di allenatori
La partita in casa dell’Eibar darà ufficialmente il via alla storia di Santiago Solari sulla panchina del Real Madrid da allenatore “vero”. Il periodo di prova è stato superato, così l’argentino si è conquistato un posto sulla panchina più prestigiosa d’Europa. Ora si può parlare veramente di dopo-Zidane, con i due che dopo il percorso Castilla-prima squadra in passato hanno condiviso anche un’altra avventura: quella che nella stagione 2001/2002 portò i blancos a vincere la Novena. A Glasgow, insieme, vennero incoronati per la nona volta campioni d’Europa in una squadra che si conferma una vera e propria fabbrica di allenatori.
Zidane il più vincente finora, Solari pronto a seguire la strada tracciata dal francese. Ma con loro anche Fernando Hierro – che curiosamente prese il posto di Zidane come secondo di Ancelotti nella stagione ’14/’15 prima di guidare la Spagna nell’ultimo mondiale in Russia dopo la diatriba tra merengue e Federazione spagnola intorno al nome di Lopetegui. Intrecci del destino, che portano a pensare che un giorno anche lo storico capitano blanco Raul potrà fare lo stesso percorso di Zidane. L’ex numero sette a Glasgow giocò per 90 minuti, oggi ha appena iniziato la sua carriera in panchina dove guida il Cadete B del Real.
Guti, poi, per cinque stagioni è cresciuto come allenatore delle giovanili dei blancos. Quando il Real decise di rinnovare il contratto Solari e di lasciarlo alla guida del Castilla, l’ex centrocampista spagnolo lasciò Madrid però una nuova esperienza in Turchia e oggi è il secondo allenatore del Besiktas. Meno fortunato con le giovanili merengues fu Fernando Morientes, oggi senza panchina dopo alcune esperienze non positive che lo hanno portato a fermarsi in attesa di una nuova sfida. Allena invece Claude Makelele, secondo di Ancelotti ai tempi del PSG e oggi alla guida dell’Eupen in Belgio dopo gli scarsi successi con il Bastia.
Dal centrocampo alla difesa, per tanti anni Michel Salgado ha diretto il reparto arretrato del Real Madrid come quella sera a Glasgow, oggi l’argentino fa parte del corpo tecnico del ct dell’Egitto Aguirre, mentre l’ex compagno di reparto Roberto Carlos è passato dal campo alla tv: la breve esperienza all’Anzhi mentre ancora era giocatore, poi il Sivasspor, l’Al Arabi e il Dehli Dinamos; poi da 2016 il Real Madrid, prima come aiutante delle giovanili e oggi ambasciatore del club e telecronista nei grandi eventi della prima squadra.
Non erano in campo né in panchina la sera in cui il Real alzo la nona Champions al cielo, ma Aitor Karanka (vice di Mourinho nei suoi tre anni a Madrid, poi primo allenatore al Middlesbrough e oggi al Nottingham) e Albert Celades – membro del corpo tecnico di Lopetegui fino a poche settimane fa – fanno parte di quella schiera di allenatori che si è formata proprio nell’ultimo grande ciclo europeo delle merengues. E ancora: Pedro Munitis, Cesar Sanchez e Carlos Sánchez: quest’ultimo nella notte di Glasgow giocò 68 minuti prima di essere sostituito da un giovanissimo Casillas – che in una recente intervista non ha affatto escluso la possibilità di sedersi in panchina una volta conclusa la carriera di calciatore.
Molti allenatori, ma c’è anche chi ha preso una strada diversa come Figo, McManaman e Flavio Conceição. In quella squadra – allora guidata da un maestro come Del Bosque – sono cresciuti numerosi allenatori del presente e (forse) del futuro. Di Guti e Raul si parla molto bene, ma sono solo all’inizio; Zidane sembra impossibile da raggiungere per la sua straordinaria media partite-vittorie; e Santiago Solari ora può dire la sua, con un contratto fino al giugno 2020 e l’ambizione di inseguire in panchina il successo trovato della notte di Glasgow di 16 anni fa.