Real Madrid-Manchester United, il ritorno della nobiltà che si sfida per il Trono d’Europa
L’Old Trafford e il Santiago Bernabeu, blancos e red devils, 15 Coppe dei Campioni, storie di numeri 7 leggendari e giocatori-icona. Potrebbe essere una saga, quella tra Real Madrid e Manchester United, la storia della nobiltà del calcio che si affronta. Eppure, causa congiunzioni astrali poco favorevoli, una vera e propria saga tra queste due casate non esiste. Mai una finale di Champions League, solo qualche sporadico incontro nei turni ad eliminazione diretta. E oggi, quattro abbondanti anni dopo l’ultima volta, si fronteggiano nuovamente. Per la prima volta in gara secca, per la prima volta a contendersi un trofeo: la Supercoppa Europea, a Skopje. Non sarà la Champions League, però è il primo trofeo europeo della stagione, una conseguenza della precedente. Quella in cui el Madrìd ha consolidato la sua posizione sul Trono d’Europa e lo United è tornato a farsi vedere nel regno, sebbene non dall’ingresso principale.
Due nobili, una un po’ decaduta dopo qualche anno di vacche magre di troppo, l’altra forse al suo apice di grandezza e dominio. Tra incroci, ex e un po’ di nostalgia per quello che è stato che si mescola con la speranza che forse, quello che sarà, sarà anche meglio. Sembra ieri, era il 2003 e un Ronaldo (quello brasiliano…) incantava ad Old Trafford in un epico quarto di finale di ritorno della Champions League. Con lui Zidane, Raul e tutti gli altri galacticos. Dall’altro lato Beckham (che galactico lo sarebbe diventato la stagione successiva), Giggs, Van Nistelrooy, Veron. Fu una delle partite più belle di tutta la storia della competizione, un 4-3 per i padroni di casa che tuttavia qualificò il Real grazie al 3-1 del Bernabeu. Esattamente 10 anni dopo, nel 2013, a qualificare nuovamente il Real è un altro Ronaldo. Sì, il 7. Che era stato grande anche con Sir Alex, che aveva ereditato la maglia che fu di Best, Cantona, Beckham. José Mourinho sedeva sulla panchina del Real Madrid e nemmeno quell’anno sarebbe riuscito a sfatare il tabù della decima: ancora una semifinale persa. Il digiuno prima della grande abbuffata. Altro giro, altro trionfo a Old Trafford: stagione 99/2000, quella della octava. 3-2 per il Real dopo essere stato addirittura avanti 3-0 al cospetto dei Campioni d’Europa in carica, quelli del treble, della coppia Yorke&Cole. Poi due precedenti negli anni ’50 e ’60: qualcosa, ma Real e Manchester sono due materie prime da cui il calcio avrebbe potuto estrarre di più.
Oggi questa sfida racconta di un Mourinho che è riuscito a riconquistare un po’ di Europa in Inghilterra dopo le delusioni a Madrid e che uno scherzetto lo starà sicuramente preparando. Cominciando, come di consueto, con le parole: con una battuta su Bale che forse vuole destabilizzare un po’ lo spogliatoio di Zizou: “Se gioca è perché vogliono tenerlo, altrimenti lotterò per portarlo qui”. Una piccola dichiarazione di guerra, spenta sul nascere dalla calma serafica di Zidane, così lontana dal brio dialettico del portoghese: “Bale è un giocatore del Real Madrid, non mi importa cosa dica Mourinho”. Per i tifosi del Real il confronto tra i due è impietoso, due Champions League vinte di seguito non ammettono repliche. E poi c’è Cristiano. Che dopo qualche malumore, chissà, aveva forse pensato di tornarsene a Manchester. Aveva spaventato un po’ tutti, ma la sua fame robotica sarà ancora un’arma per gli spagnoli, sebbene di fronte a sé Ronaldo si troverà forse uno dei papabili eredi futuri per il Pallone d’Oro: quel Paul Pogba il cui trasferimento record del 2016 è stato appena battuto. Dunque, vecchio o nuovo? Nobiltà regnante o nobiltà ribelle? Questa potrebbe essere la prima battaglia per ridiscutere il Trono d’Europa: non quella decisiva, quella però che potrebbe indirizzare l’andamento futuro. Un po’ come i Lannister, i più ricchi e potenti di Westeros che devono fronteggiare la pretesa al Trono della dinastia Targaryen rappresentata da una regina che vuol far rinascere la sua casata. Questo però non è Game of Thrones, non ci sono eserciti o draghi: strategie sì, ma tattiche. Talento in abbondanza, storia e fascino, il nuovo capitolo di una saga: lo stavamo aspettando, impazienti di scoprire quale sarà il personaggio più importante, quale sarà il finale di questa (inedita) finale.