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Quei due così reciprocamente necessari si ritrovano a Manchester: Mou contro Pep, diciassettesimo atto

Se dici Premier League, dici Manchester e poi dici derby, pensi subito all’ennesimo confronto tra Mourinho e Guardiola. È inevitabile. Un altro testa a testa, questa volta in terra inglese: United-City oggi alle 13:30 sarà anche (e soprattutto) José contro Pep. Ancora. Uno scontro atteso da mesi, da prima che il portoghese venisse annunciato ufficialmente nuovo allenatore dei Red Devils. Il diciassettesimo capitolo della saga non avrà l’appeal dello scontro epico tra Barça e Real con cui i due hanno esaltato gli appassionati – non solo di calcio – nel biennio 2010-2012; inutile attendersi la stessa elettricità del passato ma il confronto fra due colossi del calcio non può mai lasciare indifferenti. Due così possono far scrivere pagine intere senza nemmeno sedersi in panchina; anche in una gara della 4a giornata di campionato, in cui non viene deciso niente se si esclude la supremazia cittadina.

L’ultimo faccia a faccia risale al 30 agosto 2013, con Mou sulla panchina del Chelsea e Guardiola su quella del Bayern Monaco che quella sera vince la Supercoppa Europea ai rigori a Praga. La partita in programma quest’estate non si è giocata per maltempo, i due si ritrovano oggi dopo tre anni in cui si sono spesso cercati, con frequenti e sottili frecciatine a distanza. E si sono anche mancati. José non sarebbe quello che è oggi senza Pep e viceversa. Sin dal primo confronto nel settembre 2009 – con il portoghese ancora a Milano – i due sono strettamente connessi, protagonisti di un procedimento di reciproca influenza che li ha cambiati profondamente. Grazie al mezzo miracolo compiuto con l’Inter, l’allenatore portoghese si è guadagnato di diritto la panchina Real Madrid, club alla disperata ricerca di successi contro quel Barcellona così perfetto da rappresentare un’ossessione.

Ed è nella serie dei quattro Clásicos in diciotto giorni (descritti passo dopo passo da Paolo Condò in Duellanti) che i due incrociano i loro destini in maniera inestricabile e definitiva. Il catalano ha spinto l’avversario ad uno sforzo mentale e tecnico-tattico mai fatto prima e mai più ripetuto; il portoghese ha costretto il rivale ad ‘abbassarsi’ al suo livello dialettico, con l’educato e superiore Guardiola che ha messo da parte la sua compostezza per replicare alle accuse del collega per la prima ed ultima volta nella sua carriera. Uno scambio di poteri come quello narrato in Harry Potter al momento del duello tra i due maghi nemici: le bacchette di Pep e di Mou, una volta venute a contatto in quello scontro, hanno legato i loro destini per sempre. Si sono scontrati dopo aver trascorso quattro anni della loro vita dalla stessa parte, si sono fatti la guerra, si sono allontanati e poi hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro.

Dopo un ultimo anno disastroso a Madrid, José è tornato a Londra ma non ha smesso di cercare un avversario alla sua altezza. Pep, completamente svuotato di energie, ha avuto bisogno di staccare tutto per un anno prima di trovare nuovi stimoli lontano dalla Spagna, dal Barcellona e anche da Mourinho. Entrambi ossessionati dal loro lavoro, con il calcio sempre in testa anche se pensato in maniera totalmente diversa, i due possiedono un’intelligenza superiore e sono molto più simili di quanto potrebbe sembrare. L’uno è stato la fortuna dell’altro e viceversa, si conoscono bene, le loro carriere sono legate a doppio filo. Gli inglesi parlano di “frenemies”, amici che diventano nemici e ti costringono a dare il meglio di te stesso. Italo Calvino scriverebbe che “quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari”.

Oggi Pep e José (che ha usato tutti i suoi poteri per ritrovare il suo vecchio amico-nemico a Manchester) tornano ad essere distanti una manciata di metri. Una città e due squadre, quelle che in estate hanno speso più di chiunque in tutta Europa. Lo stesso campionato da vincere. Dopo Larry Bird e Magic Johnson, McEnroe e Borg, Lauda e Hunt ci sono stati Guardiola e Mourinho. E ci sono ancora. Il duello ricomincia nel teatro della Premier League, Manchester si prepara a respirare la stessa affascinante rivalità che regnava in Spagna qualche anno fa.