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Portiere mancato, ora uragano del gol… da record: è sempre più Harry Kane

La stagione dei cicloni è all’apice. Pericolo uragani, e l’allarme rosso è già scattato in Premier League: allerta Kane. Anzi, ‘TheHurriKane’. Ultima vittima? Il West Bromwich Albion. Spazzato via, in 70 minuti. Con una tripletta pazzesca: 4-0 totale. Tottenham sempre più maturo: unico vero anti-Chelsea, dicono in Inghilterra. E intanto è tempesta a White Hart Lane. E di solito ai fenomeni atmosferici si danno nomi femminili. Qui, invece, è tutta un’altra musica: Harry. Maschio vero. Duro, rapace, bello e da record. Sì, di mezzo ci sono i gol. In ogni modo, ad ogni età. Tappe bruciate. E numeri: 62 esultanze nelle sue prime 99 partite di Premier League. Più veloce di ogni altro bomber. ‘Simply the best’. E non ce ne voglia George.

Miglior prestazione in stagione’, ammette Kane a fine gara. E lo rivela assieme al partner perfetto per segnare: Eriksen. I due lavorano in società: solo affari di campo, sia chiaro. E Pochettino se li gode. Vola. Ah, dettaglio: in settimana Harry è diventato papà: baby daughter. Già, l’esperienza sembra avergli fatto bene. Notti insonne? Non si direbbe. Per credere, domandare a Foster. Il portiere del WBA ci ha provato, è stato l’ultimo ad alzare il muro anticiclone: puntualmente crollato, dopo 12 minuti. Destro arrotato di magia sotto l’incrocio, show totale nella ripresa. Mezza rovesciata a insaccare il cross di Walker e tiro al volo su ‘scodellata’ di Dele Alli. Troppo facile, viene da dire. Standing ovation, solito e meraviglioso coro che si alza: ‘Harry Kane, he’s one of our own’. Da paura. 13 centri totali in campionato. ‘Non leggo mai quello che i tabloid scrivono’. Dritto al sodo, Kane. Imperturbabile. Con in testa l’idolo Teddy Sheringam. Anche in cameretta, ‘poster sull’armadio’. Il suo modello, uno dal cuore Spurs. ‘Perché un giorno sarò come lui’, sognava Harry da bambino. Tranquillo, ‘la strada è quella giusta‘. Lo è sempre stata.

Sin dalla nascita, 28 luglio 1993. Tanto calcio, ma non solo. “Tifo New England Patriots”. Football americano, già. Ma soprattutto pallone. Quello da parare. Sì, ‘era un piccolo portiere’. Di guardia nella porta dell’Arsenal. Altra storia, quella. Ma non era il suo destino: ammette Alex Welsh, osservatore che lo portò in Gunners. Ad otto anni, per una sola stagione. ‘Ah, e perché lo scartarono?’. Il commento di un incredulo Wenger quando apprese il retroscena. Perché c’è chi sbaglia e chi ci azzecca: sì, Spurs. Dal 2004, tra settore giovanile e prestiti. Gavetta vera, in up and down. Dal ricco nord di Londra alla working class. Terza divisione, ‘antipasto di professionismo’. Championship e poi Premier: col Norwich City e un metatarso rotto dopo due giornate. Su e giù, ancora in Championship: Leicester. ‘Esperienze vere. Tra vita e convivenza in panchina’. Roba che lo ha aiutato ad esplodere, dal 2013 ad oggi.

Perché Kane è l’uomo simbolo della maxi striscia degli Spurs. Sei vittorie consecutive in Premier: ‘here we go’, Blues. Grazie ad un repertorio ricchissimo. E ora il desiderio del Tottenham diventa sempre più grande. Già, ‘Desire’: come l’album di Bob Dylan datato 1976. Perché al tempo ‘Hurricane’ era solo una canzone. Un pezzo folk. Adesso, invece, l’uragano è una furia. E la stagione dei cicloni è appena cominciata.

Edoardo Colombo