Milan, Pioli: “Il Bologna è più forte con Mihajlovic in panchina, vorrei salutarlo”
Le parole dell’allenatore rossonero
Il Milan affronta il Bologna al Dall'Ara nel posticipo di domenica sera. Pioli parla in conferenza stampa alla vigilia, partendo dal suo pensiero sul Bologna e l'allenatore avversario: "So benissimo che il Bologna è più forte da quando c'è Sinisa e mi auguro di poterlo affrontare e salutare. Dall'estate io tifo per il Bologna, Mihajlovic è un esempio di determinazione e volontà. Il tifo è dovuto anche per il comportamento della società nei suoi confronti e per il calore che la città gli sta dimostrando. Non avevo dubbi perché ho lavorato lì e ho ottimi ricordi. Sarei felice di salutare Sinisa domani. Dopo Parma dobbiamo essere noi a cerare in ogni partita un'opportunità importante. Tutte le nostre partite ora hanno un peso superiore rispetto ai tre punti perché siamo alla ricerca della continuità. La squadra sta bene fisicamente e tatticamente, proveremo a portare a casa i tre punti, anche perché la vittoria di Parma comunque non ha migliorato clamorosamente la classifica".
Su Piatek l'allenatore rossonero non ha dubbi: "Se Piatek giocherà domani è perché io lo ritengo funzionale al gioco di squadra e alla partita. Se abbiamo fatto determinati numeri a Parma è perché abbiamo fatto una certa partita. Piatek è un giocatore più d'area, Leao invece è più un calciatore di movimento. L'importante è che le caratteristiche in campo siano buone, il singolo non è importante a meno che non si parli di Messi o di Ronaldo, quindi è il gioco di squadra a rendere ottimi i giocatori". E sul possibile arrivo di Ibra: "Natale viene il 25 dicembre, voi ne state parlando da mesi. Se dovessi chiedere un regalo partirei dai tre punti di domani".
Pioli aveva parlato di Europa alla sua presentazione. Stefano ci pensa ancora: "Per chi allena al Milan è normale pensare che l'obiettivo sia quello. Sarebbe molto più facile per me dire "ho trovato una situazione difficile, ci dobbiamo salvare". Non sono venuto qui per fare un lavoro normale, ma quello migliore possibile. Poi se non ci riusciremo lo ammetteremo ma ci abbiamo provato".