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Piccolo ma… atomico! I 30 anni di Sebastian Giovinco

Trent’anni di sfide. Una rincorsa continua, per chi ha fatto sempre fatica a far sentire la propria voce. Adesso Sebastian Giovinco ce l’ha fatta, o quasi. Perché nella MLS ha trovato la sua dimensione, ma per un pelo non è riuscito a vincerla, pochi mesi fa.

Intanto l’America lo celebra come uno dei suoi migliori talenti. Due stagioni alle spalle, nel nuovo continente, in cui le soddisfazioni non sono mancate. La prima ne ha visto l’affermazione individuale: vince il premio come miglior giocatore della Lega, concludendo l’annata diventando il primo giocatore a realizzare il maggior numero di reti – nessuno come lui nella storia del Toronto – e di assist. La squadra, però, si ferma al primo turno dei playoff. A sancirne l’eliminazione, proprio i canadesi del Montreal Impact. Una sconfitta che non va giù, a Giovinco, che per poco non arriva alle mani con un tifoso al termine della gara. Nella seconda, i numeri restano ottimi anche se non convincono Conte a portarlo agli Europei. Con i suoi gol, trascina la squadra in finale, per poi arrendersi ai Seattle Sounders ai calci di rigore.

Amarezza che Sebastian affoga negli abbracci del suo piccolo Jacopo (3 anni), che accompagnò il giocatore alla cerimonia di consegna del titolo di MVP. Dal papà potrà imparare sicuramente una lezione importante: non lasciarsi abbattere. Mai. Nemmeno quando il Torino ti scarta perché ti dice che sei “troppo piccolo”, come se nel calcio contasse veramente questo aspetto: da Messi a Rivera, quante ne abbiamo sentite sulla statura. Giovinco ci ha tenuto a ricordarlo, nei suoi primi anni da calciatore, quando esultava e poggiava sulla testa la spanna in più che non ha mai avuto. E che non avrà mai, ma che ha finito per fortificarlo. Tanti derby disputati, tra Juve e Toronto, ma i più belli li giocava da bambino, nel tinello di casa. Seba tifoso del Milan, il fratello minore Giuseppe era per l’Inter, che ci ha raccontato le partite in casa Giovinco in un’intervista.

Appuntamento con la storia rimandato, in MLS, per Seba. Ma l’obiettivo resta fermo anche per la prossima stagione. D’altronde, si era presentato proprio dicendo “Voglio rimanere nella storia del club”. A Toronto ha trovato la dimensione ideale. Anche nello spogliatoio, che ha un’usanza particolare. I giocatori, infatti, spesso si organizzano per giocare tutti insieme a poker e Altidore, suo partner in attacco, ha confessato in un’intervista alla radio ufficiale della MLS che Giovinco è un ottimo giocatore anche con le carte, e che aveva persino vinto diverse volte nei tornei di squadra.

Dopo essere tornato in Italia per salutare la famiglia, Seba si prepara per iniziare un’altra stagione, la sua terza in America. Meno di 40 giorni, infatti, e comincerà il campionato. Che tanto si sa, che il vero regalo di compleanno lo vorrebbe da lì, magari a dicembre e in una finale playoff. Nel frattempo tanti auguri, Atomic Ant.