Dalla Feralpi al Bari: la cavalcata del Parma verso la Serie A
Gli emiliani tornano nella massima serie dopo tre anni: delusione playoff, il gruppo e i tifosi. I segreti della squadra di Pecchia
Il Parma ha vissuto il suo girone Dantesco. Chiaro non come l’anno del fallimento dove è dovuto ripartire dalla Serie D, ma la retrocessione del 2021 è stata come un fulmine a ciel sereno. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, recita il detto. Con il cambio di proprietà e l’arrivo di Krause, infatti, c’è stato bisogno di un assestamento, soprattutto nel progetto fatto principalmente di giovani da far maturare. La risalita nella massima serie è stata una rincorsa dove, nel mezzo, si è passati dall’inferno del ritorno in B alla delusione ai playoff contro il Cagliari. Un purgatorio che è durato tre anni e ha trovato il suo apice con l’arrivo di Pecchia sulla panchina. L’allenatore è rimasto dopo la mancata promozione dello scorso anno perché ha sempre creduto, così come la società, di poter costruire un futuro importante e la conferma è arrivata puntuale sul campo. Ora è di nuovo nel paradiso della Serie A.
Delusione playoff: una rabbia positiva
“Tenersi addosso la rabbia”. E’ stato questo il primo passo del Parma di Pecchia. La promozione è arrivata nella notte più pesante e difficile da digerire. Quel 0-0 al ‘Tardini’ nel playoff di ritorno contro il Cagliari è stato mal digerito da tanti, ma allo stesso tempo è stata la scintilla per la cavalcata promozione. Una rabbia positiva riversata in campo nel modo di giocare, aggressivo e con quella voglia, quasi frenetica, di andare ad attaccare gli avversari nella loro metà campo. Tante partite sono state indirizzate con dei gol a inizio partita e altrettante nel finale, in quella cosiddetta ‘zona Parma’. Ma ci torneremo.
Pecchia è ripartito con un’idea ben precisa e in campo la squadra ha raccolto gli input e portato avanti le sue idee. I numeri stagionali ne hanno confermato una crescita, da record per certi versi. Perché mai nella sua storia il club gialloblù ha raccolto 21 vittorie nell’arco di un campionato di Serie B (potrebbero anche aumentare in questo finale di stagione). E, soprattutto, ha portato avanti un concetto determinante: non l’io – inteso come singolo – ma il noi – inteso come gruppo – ed è stata proprio lì la forza del Parma.
La forza del gruppo
Già il gruppo. Dentro ogni successo o vittoria c’è una squadra. Quella del Parma ha dimostrato unione in ogni sua componente. Dall’interno all’esterno si è remato in un’unica direzione, ovvero quello di puntare all’obiettivo di tornare in Serie A. Più e più volte ognuno dei giocatori ha affermato di sentirsi parte di una grande famiglia. Un gruppo di amici, dentro e fuori dal campo, spesso insieme per creare l’affiatamento necessario alla costruzione di un qualcosa di importante, a tratti magico.
Zona Parma
C’è chi ha parlato di fortuna e per certi versi potrebbe anche starci, ma è anche vero che questa bisogna pure andarsela a cercare. Se due indizi fanno una prova, tre (ma anche quattro/cinque) diventano una conferma delle mentalità del Parma di volersi andare a prendere la vittoria fino alla fine. Dodici punti sono arrivati con un gol segnato dal 90esimo in poi. Punti fondamentali vedendo la classifica e il distacco dalle inseguitrici. Punti determinanti per andare alla conquista della promozione. I gialloblù in quei frangenti hanno mandato segnali importanti di concentrazione, di forza e di mentalità. Perché sì, può anche essere stata fortuna a tratti ma, tornando alla vittoria contro il Brescia giusto per fare un esempio, il concetto di mentalità vincente è arrivato con un episodio particolare, forse sfuggito a tanti: cross dalla destra di Osorio (difensore centrale) e colpo di testa a centro area di Delprato (terzino destro). Questa è stata la rappresentazione pratica della ‘Zona Parma’, uno snodo fondamentale per la promozione. Non solo, perché l’unione d’intenti con i tifosi ha fatto il resto.
“Noi con la voce e voi con il cuore”: il supporto dei tifosi
“Noi con la voce e voi con il cuore”. Il coro dei tifosi che ha fatto eco in un lungo e in largo, su e giù per lo stivale. Perché la passione non si misura soltanto dai chilometri percorsi, ma dal sostegno continuo verso la squadra. I supporters del Parma hanno risposto presente ogni weekend, e non, per restare al fianco dei ragazzi. Cori, applausi e cortei: la società ha appoggiato le iniziative, come prima della gara contro lo Spezia con una folta presenza al Centro Sportivo di Collecchio, perché l’unione fa la forza e spesso Pecchia ha voluto chiamare a raccolta tutti. Per quel ‘Tutti dentro’ tanto caro all’allenatore per quanto riguarda la squadra è stata una scintilla anche per i tifosi: “Tutta Parma deve essere protagonista in questo cammino. Deve esserci unione d’intenti” ha sempre spesso ribadito. Un entusiasmo cresciuto col tempo e nel tempo si è protratto fino a raggiungere numeri importanti come gli oltre 16 mila contro il Lecco nelle ultime settimane. Una passione senza limiti e uno sguardo rivolto in un’unica direzione, quello della Serie A.