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“Pallone? Ci andavo pure a dormire”. L’Fc Südtirol, l’idolo Zanetti, la passione per l’Inter. Tait si racconta

Una squadra un mito. Un amore infinito…”. Già… Legame speciale quello tra l’Fc Südtirol e i tirolesi, un sogno per loro indossare la maglia della squadra più rappresentativa della loro regione. E’ quello che sta vivendo Fabian Tait, alla terza stagione con i Rot-Weiß, i Biancorossi. La squadra partiva con obiettivi ambiziosi, la serie B è ormai un sogno da sette anni e adesso si trova a 5 punti dalla zona play-off ma Fabian sta vivendo la miglior stagione da quando gioca tra i professionisti.

“Assolutamente sì” – dichiara Tait ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Sia a livello di prestazioni che di continuità. Ciò che mi dispiace è che la squadra non stia ottenendo i risultati sperati. Però ultimamente le prestazioni sono migliorate e stiamo ottenendo anche punti importanti. Adesso il nostro obiettivo è chiudere al meglio il campionato. Guardiamo partita per partita, i play-off non sono distantissimi ma è meglio non fissare obiettivi, non avrebbe senso. A inizio stagione l’abbiamo fatto e questo non ci ha aiutato”.

Tu sei di Salorno, altoatesino doc: che emozione provi a indossare questa maglia? “Grandissima. E’ l’unica società professionistica in questa regione, per un altoatesino giocare nel Sudtirol è il massimo, un orgoglio. Questo senso di appartenenza lo mettiamo anche in campo e ci permette di dare sempre qualcosa in più per la maglia che portiamo”. Però le squadre di B cominciano a bussare insistentemente… (Fabian ride) “Logicamente ogni calciatore punta al massimo e se ti dicessi che non ci penso sarei un bugiardo… Adesso vorrei solo finire bene la stagione, a fine campionato valuteremo, si vedrà il da farsi”. Girone tosto quello B, chi ti ha impressionato? “A me hanno impressionato molto il Parma e il Venezia, anche se pure il Padova si è rinforzato durante questo mercato e ha preso un bel passo. Ma Parma e Venezia si giocheranno il primo posto”.

In cosa pensi di dover migliorare? “Parto sempre dal presupposto che tutti dobbiamo migliorare sempre. Io ho iniziato da centrocampista, anche il primo anno di Lega Pro giocavo davanti alla difesa o da interno. Adesso sono stato spostato da Sormani nel ruolo di terzino, per necessità. Sono piaciuto e abbiamo deciso che questo sarà il mio ruolo. In questa posizione sento di dover migliorare la postura del corpo, importantissima, e tecnicamente un po’ in tutto”. Hai scelto un modello perfetto, vero? “(ride ancora) Mi è sempre piaciuto Javier Zanetti dell’Inter, sono un grandissimo tifoso dei nerazzurri. Era un giocatore molto duttile, che poteva giocare sia a centrocampo che in difesa, quello che sto provando a fare io. Lui è il mio idolo e rimane il modello di riferimento”

Come si vive in Alto Adige? Come vanno i rapporti con i “tedeschi”? “Viviamo in una regione in cui c’è sempre stato un piccolo dibattito tra italiano e tedesco. Adesso però questa divisione non si sente più come un tempo e io non ho mai sofferto questa situazione più di tanto. La passione è iniziata da piccolo quando ho cominciato a camminare. Prendere un pallone in mano è stato il passo successivo. E ci andavo pure a dormire. Poi a 4 anni sono entrato nella scuola calcio del Salorno, il mio paese: ci sono rimasto fino a 16 anni. Il calcio è sempre stata la mia più grande passione e il più grande sogno quello di diventare un calciatore professionista e per adesso ci sto riuscendo”.

Mai avuto paura di non farcela? “Sì, nel primo anno di serie D. Giocavo nel Mezzocorona e trovavo poco spazio. C’erano mesi in cui ho pensato di smettere perché non vedevo un futuro. Per fortuna c’era mia madre che mi ha dato una bella spinta. Lei vedeva che era la mia più grossa passione e mi ha aiutato a superare quelle difficoltà”. Come ti descriveresti fuori dal campo? “Sono una persona serena, tranquilla, che cerca di andare d’accordo con tutti: ho un carattere solare e sempre allegro. Quando ho tempo libero cerco di stare con la mia ragazza e i miei amici. D’estate le vacanze mi piace passarle giocando a beach volley e in piscina. Adoro il volley. Scaramantico? No, penso che sia una cosa più da sud, da noi non esiste”.

So che hai un tatuaggio particolarmente importante: “Sì. Tutto il braccio sinistro è dedicato a mia madre che purtroppo è morta 4 anni fa: la mia vita”. Obiettivi per il futuro? “Finire al meglio la stagione, soprattutto a livello di squadra. Vedo tutti i miei compagni allenarsi con grande impegno e sacrificio e mi fa male vederci così sotto. Obiettivo personale? Già quando sono arrivato in Lega Pro al Sudtirol per me era il massimo. Adesso tutto ciò che può arrivare non può che essere ben accetto, ma sono già felice così. Fare un ulteriore step sarebbe veramente il massimo”.