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Olanda, le magliette dei Mondiali all’asta: i ricavati andranno ai lavoratori del Qatar

Van Dijk spiega l’iniziativa: “Vogliamo dare un contributo concreto”

Bella iniziativa dell’Olanda in vista del Mondiale in Qatar: la Nazionale allenata da Van Gaal ha deciso di mettere all’asta le maglie con cui giocherà ai Mondiali e donerà il ricavato ai lavoratori sfruttati in Qatar. 

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Ad annuciarlo è stata la Royal Netherlands Football Association (KNVB) con un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale. Il progetto è già iniziato, la federazione olandese ha infatti già messo all’asta le magliette indossate nello scorso settembre nelle partite di Nations League contro Polonia e Belgio. Sono stati già raccolti oltre 50mila sterline da donare ai lavoratori del Qatar.

Olanda, le parole di Van Dijk

Nel comunicato pubblicato dalla KNVB ci sono anche le parole del capitano della Nazionale olandese Virgil Van Dijk: Non è sfuggito a nessuno che la realizzazione del torneo ha avuto un enorme impatto sui lavoratori migranti in Qatar. Hanno lavorato su stadi, infrastrutture e sistemazioni alberghiere in condizioni molto dure. Ricorderemo che durante tutto il nostro attività lì. È chiaro a tutti che queste condizioni devono davvero migliorare“. 

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Poi, il centrale olandese del Liverpool ha aggiunto: Auspichiamo che la nostra presenza contribuisca ai cambiamenti in atto. Molto è già stato fatto dai vertici per migliorare la situazione dei lavoratori migranti. Ma vogliamo dare un contributo concreto anche dagli spogliatoi. Innanzitutto richiamando l’attenzione su la loro situazione qui su questo palcoscenico mondiale, e anche utilizzando i proventi dell’asta delle nostre maglie da gara per cofinanziare i continui miglioramenti”.

Olanda, il comunicato sul Mondiale in Qatar

Al termine del comunicato, La KNVB ha condannato la decisione di svolgere il Mondiale in Qatar e le modalità con cui sono stati svolti i lavori, ma ha anche sottolineato i progressi che sono stati fatti grazie ad alcune iniziative: La KNVB non era favorevole alla Coppa del Mondo in Qatar e lavora da diversi anni per migliorare la situazione dei diritti umani lì. Sia indipendentemente che insieme ad altre federazioni calcistiche, è stata dispiegata l’influenza diplomatica e si sono tenuti frequenti colloqui con il comitato organizzatore della Coppa del Mondo, la FIFA, le organizzazioni per i diritti umani, i sindacati internazionali, l’ambasciata olandese e le autorità del Qatar. In parte grazie alle pressioni diplomatiche dei sindacati, delle organizzazioni per i diritti umani, delle federazioni calcistiche e degli sviluppi all’interno del paese stesso, il Qatar ha introdotto drastici cambiamenti alle leggi chiave che fanno parte del famigerato sistema della kafala”. 

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Nello specifico: Le modifiche introdotte includono il divieto di lavorare al sole durante le ore più calde della giornata, un salario minimo, il permesso ai lavoratori migranti di trasferirsi ad altri datori di lavoro e il monitoraggio digitale dei pagamenti salariali. Tuttavia, il pieno rispetto delle nuove leggi da parte dei datori di lavoro del Qatar rimane motivo di preoccupazione. È in fase di definizione anche una lista dei desideri che mira a salvaguardare i diritti umani dopo i Mondiali”.