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Nel mondo di Budimir, l’attaccante che fa volare il Crotone dopo un anno di digiuno: “Gol a San Siro come l’idolo Sheva”

Una cosa è certa: dell’Italia Ante Budimir ha imparato più in fretta il calcio che la lingua. Fa tantissima fatica a parlare italiano, e volendo trovare un limite all’attaccante più sorprendente della Serie B, quello linguistico sembra essere l’unico. In inglese, però, si esprime benissimo e con parole facili e dirette fa subito capire che Crotone per lui è già una seconda casa. “Essere un calciatore del Crotone – racconta a gianlucadimarzio.com – è davvero stupendo. La gente qui è molto accogliente e cordiale”. Anche se prima di arrivare aveva sentito parlare di squadra e città dall’amico Tomislav Saric che ha giocato in Calabria tre anni fa. “Poi ho imparato da solo che questa è una città molto accogliente dove si mangia anche molto bene”, anche se ammette subito “a dir la verità non sono un goloso. Mi piace mangiare un pop’ di tutto: carne, pesce, petto di pollo, insomma basta che siano cose che fanno bene”. Eppure della cucina crotonese c’è un piatto che gli piace più di tutti: “Mi piace molto il  pesce spada”.

Budimir ha già segnato 10 volte in campionato, essendo decisivo anche nell’ultima sfida contro il Cagliari che è valsa il sorpasso sui sardi ed il primo posto in classifica. Ma probabilmente tutti si sono accorti di lui per il gol in Coppa Italia contro il Milan a San Siro. “E’ stata la mia prima volta contro una squadra di Serie A. Giocare a San Siro è qualcosa di incredibile, anche perché mi ha fatto ritornare con la mente a quando ero bambino e guardavo in tv i gol di Shevchenko che era il mio idolo. L’idea che in quello stesso stadio abbia fatto gol anche io mi ha dato un’emozione unica perché è proprio guardando i suoi gol che mi sono innamorato del calcio”.

Adesso i suoi giocatori preferiti sono sempre attaccanti da area di rigore: Manzdukic – con il quale sogna un giorno di giocare in coppia nella nazionale croata – ma anche Ibrahimovic e il Milito dei tempi dell’Inter. Non ha un numero scaramantico e ammette di aver scelto il 17 “perché sono arrivato l’ultimo giorno di mercato ed era rimasto quello”.

Ma a fare notizia non è tanto il quando, ma il come sia arrivato a Crotone. L’anno scorso al St. Pauli – seconda divisione tedesca – non aveva segnato neanche un gol, eppure agli occhi del figlio del direttore sportivo del Crotone Ursino le sue doti non sono passate inosservate. A fare il resto ci ha pensato Juric che lo ha messo al centro dell’attacco e del progetto Crotone. “E’ un allenatore molto serio ed è una persona con i piedi per terra, lavora tutto il giorno e uno step alla volta. Mi piace perché è una persona concreta e  crede molto nel suo lavoro. Questo suo modo di fare mi ha dato fiducia e con il tempo le mie qualità stanno venendo fuori”.  Le qualità tecniche oramai sono sotto gli occhi di tutti, ma forse, le più inattese sono state quelle mentali. “Non era facile arrivare qui dopo un anno senza aver fatto mai gol. Ma non per questo mi sono demoralizzato: sapevo che lavorando bene potevo riprendermi e così è stato. L’anno scorso è stato molto duro ma ho imparato tanto da quell’esperienza. Crotone è stata la scelta giusta perché alle volte bisogna rischiare per provare a raccogliere qualcosa di nuovo”.

Durante la settimana si diverte con le battute del compagno Bruno Martella. “E’ il più simpatico di tutti e riesce sempre a strapparti un sorriso anche nei momenti più difficili. Porta una grande positività del gruppo”. E quando va in campo aspetta che dai piedi di Martella o di un terzino sulla fascia opposta arrivi il pallone giusto da mettere dentro. “Ma mi piace giocare con compagni che mettono tanti cross al centro per colpire di testa. Anche se ammetto che l’idea di ricevere palla e poter dribblare qualche avversario mi piace tanto”.

D’altra parte ha segnato un po’ in tutti i modi Ante Budimir, attaccante croato che già piace alle grandi. L’Inter ci sta facendo un pensierino, ma nel suo presente per adesso c’è solo il Crotone, che detiene il diritto di riscatto sul cartellino che è ancora del St.Pauli. La Serie A può aspettare, almeno fino a giungo: il tempo necessario per perfezionare solo l’italiano, che a questo punto inizia a diventare davvero indispensabile.