NBA, protesta storica: i giocatori boicottano i playoff. Niente gare in nome di Jacob Blake
Una decisione clamorosa. Storica, come e forse più del pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos sul podio di Messico ‘68. I Milwaukee Bucks hanno deciso di boicottare gara 5 dei playoff NBA contro Orlando. Sono rimasti negli spogliatoi e hanno scelto di non giocare più. La gara è stata cancellata. Una decisione presa per protestare contro i crimini della polizia statunitense nei confronti degli afroamericani. Nei giorni scorsi il video degli spari su Jacob Blake nel Wisconsin aveva scosso il mondo. Il ventinovenne rimarrà probabilmente paralizzato tutta la vita dopo i colpi ricevuti alla schiena.
Era disarmato e i giocatori NBA, rinchiusi nella bolla di Disney a Orlando, avevano già manifestato in tutte le interviste il loro sdegno per quanto successo nel Wisconsin. E alla fine proprio la squadra simbolo di quello stato, i Milwaukee Bucks, è diventata la pioniera di un gesto destinato a fare storia. Una presa di posizione che potrebbe anche portare alla cancellazione dei playoff, vista l’immediata solidarietà dell’intera lega. L’Nba aveva già lanciato ampi messaggi sul tema nelle ultime settimane. Sulle maglie dei giocatori erano comparsi messaggi di responsabilità sociale e inviti all’uguaglianza. Adesso il passo in più, fatto da una squadra che già nel 2018 era scesa in campo per protestare contro l’arresto di Sterling Brown, giocatore dei Bucks, minacciato col taser dopo una banale infrazione su un parcheggio.
Adesso i Bucks tornano protagonisti della protesta. E le altre squadre hanno deciso di seguirle. È notizia dell’ultim’ora la decisione che salteranno anche le altre due partite della notte: Houston Rockets-Oklahoma City Thunder e Los Angeles Lakers-Portland Trailblazers. Una decisione destinata a fare storia. Come e forse più del pugno nel cielo di Messico ‘68.